Mohammed
il sigillo dei Profeti
"Non ti mandammo se non come misericordia per il creato" (Corano, sura n. 21 "Al-Anbyia" - I Profeti - v. n. 107).
Il Profeta Mohammed* nacque nel 517 a Mecca. Figlio di Abdallah, che morì prima della sua nascita e di Amina, che morì anch' essa quando egli aveva sei anni.
Dopo la morte dei genitori, fu affidato al nonno, che lo accudì per un paio d'
anni, ma data la sua età avanzata, venne a mancare a sua volta. Dopo questi
tristi avvenimenti, andò a vivere con lo zio, Abu Talib, e cominciò ad aiutarlo
nel lavoro, conducendo gli animali al pascolo. Egli fu fin da piccolo diligente
ed affidabile, lo zio infatti era molto soddisfatto dell' aiuto che gli dava. E
proprio in tenera età, cominciarono ad accadere dei fatti che presagirono il suo destino speciale.
Un giorno, mentre era al pascolo con gli animali, si avvicinarono a lui due uomini vestiti di bianco, che lo presero, lo adagiarono per terra e aprirono il suo petto, prelevando il suo cuore e togliendo da esso un grumo nero. Quindi presero un catino d' oro che riempirono di neve, e lavarono con questa il cuore del giovane Mohammed*. Dopo aver fatto ciò, se ne andarono, e la sua vita continuò a proseguire per la via che Dio aveva decretato per lui. Un altro fatto miracoloso, avvenne in occasione di un viaggio con lo zio. Durante il lungo percorso di questo viaggio, la carovana sulla quale viaggiava Mohammed* era costantemente riparata da una nuvola, che la proteggeva dal forte calore del sole nel deserto.
Questo viaggio, venne interrotto da alcune soste per riposare, e in una di queste, lo zio e gli altri viaggiatori andarono a far visita ad un anziano monaco, molto devoto a Dio e studioso delle Sacra Scrittura (all' epoca il Vangelo, in arabo "al Injiil", l' Islam, infatti, venne rivelato molti anni più tardi), che aveva osservato la scena da lontano e che mandò a chiamare i viaggiatori. Soltanto Mohammed* poco più di un ragazzino, rimase a tenere d' occhio i carri. Il saggio sapiente, in quanto studioso della religione, sapeva dell' imminente venuta di un nuovo Profeta, in quanto il Vangelo lo annunciava (nei Vangeli di oggi, purtroppo, non si trova traccia di quella profezia, a causa degli innumerevoli cambiamenti che questi testi hanno subito nel corso dei secoli).
Accolse i visitatori, e disse loro quel che sapeva. Ad un certo punto, senza che nessuno gli dicesse niente, si accorse che mancava qualcuno. Lo zio confermò che il nipote era rimasto di guardia alla carovana, e gli mandò a dire di raggiungerli. Quando il monaco lo vide, parlò con lui, e capì subito che quel giovane ragazzo sarebbe stato il Profeta annunciato da Gesù, e disse allo zio di proteggerlo costantemente.
Questi sono soltanto alcuni dei fatti salienti che accaddero durante la sua
infanzia. Crescendo, Mohammed* continuò sempre a lavorare, occupandosi anche di commercio con le varie carovane che transitavano a Mecca, ed era così bravo ed affidabile, che la gente lo soprannominò „l’ onesto”. All’ età di 25 anni, una ricca vedova, Khadija, anch’ essa brava commerciante, nonché molto buona e rispettabile, venendo a sapere della reputazione e del carattere di Mohammed*, lo volle come collaboratore. Dopo un pò di tempo, ella conobbe la bontà della sua persona e tutte le altre meravigliose qualità che Mohammed* possedeva, e nacque il lei il desiderio di sposarlo.
Questo accadde, e rese entrambi molto felici, furono infatti molto innamorati
nonostante la differenza d’ età (lui aveva 25 anni, lei 40). Però, nonostante la
sua vita coniugale serena, c’ era qualcosa che rendeva inquieto Mohammed*.
Vedeva intorno a sé ingiustizia, povertà, gente che pregava innumerevoli dèi e statue di ogni forma, e questo lo faceva soffrire molto. Aveva l’ abitudine di
meditare su queste ed altre cose, cercando conforto in Dio pregandoLo ed
implorandoLo di indicargli la retta via, e questo spesso accadeva durante il
mese di Ramadan, in una grotta sul monte Hira.
E proprio in questa grotta e in quel particolare mese, durante una una notte di meditazione, quando Mohammed* aveva quarant’ anni, accadde ciò a cui lui era destinato da tempo immemorabile: apparve davanti a lui una creatura alata, con fisionomia umana ma fatta di luce, le cui ali coprivano tutta la linea dell’ orizzonte. La creatura magnifica era Gibril, Gabriele, l’ angelo di Allah, che
cominciò a rivelare all’ atterrito Mohammed* le Parole di Dio: il Corano. „Iqra!
– „Leggi!”
-Mohammed*,
ovviamente stupito e spaventato, rispose con spontaneità e semplicità all’
angelo Gabriele:- Non so leggere!- Egli infatti, possedeva innumerevoli qualità,
però era illetterato. Non sapeva cioè né leggere né scrivere (e, paradossalmente, grazie alla sua mancanza di cultura in senso letterario, riuscì a non essere mai condizionato da scritti filosofici o religiosi dell’ epoca né da poemi o altri testi, che avrebbero potuto corrompere la sua mente, che doveva essere pronta e scevra da pregiudizi, per ricevere l’ investitura di Messaggero di Dio).
il sigillo dei Profeti
"Non ti mandammo se non come misericordia per il creato" (Corano, sura n. 21 "Al-Anbyia" - I Profeti - v. n. 107).
Il Profeta Mohammed* nacque nel 517 a Mecca. Figlio di Abdallah, che morì prima della sua nascita e di Amina, che morì anch' essa quando egli aveva sei anni.
Dopo la morte dei genitori, fu affidato al nonno, che lo accudì per un paio d'
anni, ma data la sua età avanzata, venne a mancare a sua volta. Dopo questi
tristi avvenimenti, andò a vivere con lo zio, Abu Talib, e cominciò ad aiutarlo
nel lavoro, conducendo gli animali al pascolo. Egli fu fin da piccolo diligente
ed affidabile, lo zio infatti era molto soddisfatto dell' aiuto che gli dava. E
proprio in tenera età, cominciarono ad accadere dei fatti che presagirono il suo destino speciale.
Un giorno, mentre era al pascolo con gli animali, si avvicinarono a lui due uomini vestiti di bianco, che lo presero, lo adagiarono per terra e aprirono il suo petto, prelevando il suo cuore e togliendo da esso un grumo nero. Quindi presero un catino d' oro che riempirono di neve, e lavarono con questa il cuore del giovane Mohammed*. Dopo aver fatto ciò, se ne andarono, e la sua vita continuò a proseguire per la via che Dio aveva decretato per lui. Un altro fatto miracoloso, avvenne in occasione di un viaggio con lo zio. Durante il lungo percorso di questo viaggio, la carovana sulla quale viaggiava Mohammed* era costantemente riparata da una nuvola, che la proteggeva dal forte calore del sole nel deserto.
Questo viaggio, venne interrotto da alcune soste per riposare, e in una di queste, lo zio e gli altri viaggiatori andarono a far visita ad un anziano monaco, molto devoto a Dio e studioso delle Sacra Scrittura (all' epoca il Vangelo, in arabo "al Injiil", l' Islam, infatti, venne rivelato molti anni più tardi), che aveva osservato la scena da lontano e che mandò a chiamare i viaggiatori. Soltanto Mohammed* poco più di un ragazzino, rimase a tenere d' occhio i carri. Il saggio sapiente, in quanto studioso della religione, sapeva dell' imminente venuta di un nuovo Profeta, in quanto il Vangelo lo annunciava (nei Vangeli di oggi, purtroppo, non si trova traccia di quella profezia, a causa degli innumerevoli cambiamenti che questi testi hanno subito nel corso dei secoli).
Accolse i visitatori, e disse loro quel che sapeva. Ad un certo punto, senza che nessuno gli dicesse niente, si accorse che mancava qualcuno. Lo zio confermò che il nipote era rimasto di guardia alla carovana, e gli mandò a dire di raggiungerli. Quando il monaco lo vide, parlò con lui, e capì subito che quel giovane ragazzo sarebbe stato il Profeta annunciato da Gesù, e disse allo zio di proteggerlo costantemente.
Questi sono soltanto alcuni dei fatti salienti che accaddero durante la sua
infanzia. Crescendo, Mohammed* continuò sempre a lavorare, occupandosi anche di commercio con le varie carovane che transitavano a Mecca, ed era così bravo ed affidabile, che la gente lo soprannominò „l’ onesto”. All’ età di 25 anni, una ricca vedova, Khadija, anch’ essa brava commerciante, nonché molto buona e rispettabile, venendo a sapere della reputazione e del carattere di Mohammed*, lo volle come collaboratore. Dopo un pò di tempo, ella conobbe la bontà della sua persona e tutte le altre meravigliose qualità che Mohammed* possedeva, e nacque il lei il desiderio di sposarlo.
Questo accadde, e rese entrambi molto felici, furono infatti molto innamorati
nonostante la differenza d’ età (lui aveva 25 anni, lei 40). Però, nonostante la
sua vita coniugale serena, c’ era qualcosa che rendeva inquieto Mohammed*.
Vedeva intorno a sé ingiustizia, povertà, gente che pregava innumerevoli dèi e statue di ogni forma, e questo lo faceva soffrire molto. Aveva l’ abitudine di
meditare su queste ed altre cose, cercando conforto in Dio pregandoLo ed
implorandoLo di indicargli la retta via, e questo spesso accadeva durante il
mese di Ramadan, in una grotta sul monte Hira.
E proprio in questa grotta e in quel particolare mese, durante una una notte di meditazione, quando Mohammed* aveva quarant’ anni, accadde ciò a cui lui era destinato da tempo immemorabile: apparve davanti a lui una creatura alata, con fisionomia umana ma fatta di luce, le cui ali coprivano tutta la linea dell’ orizzonte. La creatura magnifica era Gibril, Gabriele, l’ angelo di Allah, che
cominciò a rivelare all’ atterrito Mohammed* le Parole di Dio: il Corano. „Iqra!
– „Leggi!”
-Mohammed*,
ovviamente stupito e spaventato, rispose con spontaneità e semplicità all’
angelo Gabriele:- Non so leggere!- Egli infatti, possedeva innumerevoli qualità,
però era illetterato. Non sapeva cioè né leggere né scrivere (e, paradossalmente, grazie alla sua mancanza di cultura in senso letterario, riuscì a non essere mai condizionato da scritti filosofici o religiosi dell’ epoca né da poemi o altri testi, che avrebbero potuto corrompere la sua mente, che doveva essere pronta e scevra da pregiudizi, per ricevere l’ investitura di Messaggero di Dio).
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