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IL CREDO È UNA CONNESSIONE DIVINA ED UN APPROCCIO UMANO Aya10
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    IL CREDO È UNA CONNESSIONE DIVINA ED UN APPROCCIO UMANO

    الحلاجي محمد
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    مُساهمة من طرف الحلاجي محمد الثلاثاء 25 أغسطس - 18:42:44

    IL CREDO È UNA CONNESSIONE DIVINA ED UN APPROCCIO UMANO

    Il Corano possiede un metodo unico nel descrivere Allah, e nel rivelare la sua completezza. Questo metodo si basa sul risvegliare la coscienza e la vista, affinché si possa apprezzare la grandezza dell’universo…infatti, questo metodo si basa sull’estrazione di prove viventi dall’universo in cui viviamo, queste prove sono estratte anche dall’organismo dell’essere umano stesso, dalla nascita fino alla morte, dice Allah: “Consideri dunque l'uomo da che cosa fu creato! Da un liquido eiaculato, che esce di tra i lombi e le costole. [Allah] è certo capace di ricondurlo” (At-Tariq, 5-8), e dice anche: “Consideri l'uomo il suo cibo: siamo Noi che versiamo l'acqua in abbondanza, poi spacchiamo la terra in profondità e vi facciamo germinare cereali, vitigni e foraggi, olive e palmeti, lussureggianti giardini, frutti e pascoli, di cui godete voi e il vostro bestiame.” (Abasa, 24-32), e dice anche: “Non hanno riflettuto in loro stessi? Allah ha creato i cieli e la terra e tutto ciò che vi è frammezzo secondo verità e per un termine stabilito. Molti uomini però non credono nell'incontro con il loro Signore.” (Ar-Rum, 8), e dice infine: “E invece tacciano di menzogna la verità che è giunta loro, ed ecco che sono in grande confusione. Non osservano il cielo sopra di loro, come lo abbiamo edificato e abbellito e senza fenditura alcuna? E la terra l'abbiamo distesa, vi infiggemmo le montagne e vi facemmo crescere ogni specie di meravigliosa vegetazione: invito [questo] alla riflessione e monito per ogni servo penitente.” (Qaf, 5-8). Sulla base di questi versetti illuminanti, e sulla strada da essi tracciata, l’Islam fonda il suo credo nei cuori, e pone al loro interno dei pilastri ben radicati. Questa vita non è diventata degna e non ha scoperto i frutti della ragione se non quando si è concentrata verso la pura scienza dell’universo, ovvero l’approccio tracciato dalla fede, il quale viene ben indicato dal Corano. Questo approccio è basato su una lunga meditazione nelle pagine della natura, e sull’accettazione dell’esistenza di ciò che non si vede e non si percepisce (come credere in Allah). La miglior lezione che si può dare per far conoscere Allah alle persone consiste nel portarle ad osservare l’universo, ad esempio, le si può portare in un prato verde o in un campo, poi si può orientare l’attenzione verso le piante che la terra riesce a generare. Si può poi dunque chiedere: “Chi ha messo lo zucchero in questa pianta di canna irrigata con acqua e germogliata da questo pezzo di terra? Chi ha distribuito i colori e i profumi a questi diversi fiori? Chi ha messo in ordine questo grano nelle spighe e ha avvolto ogni seme in una buccia dopo averci depositato dei nutrienti che fanno incontrare tante materie in quantità ben precise? Chi è stato? Ovviamente Allah! Chi altrimenti?”. Le credenze stabilite dall’Islam sono caratterizzate da semplicità, chiarezza e forza, le quali raggiungono la ragione e il cuore in maniera impeccabile. La natura umana accetta gli insegnamenti dell’Islam nell’ambito del credo e non solo, proprio come un barattolo accetta il coperchio con il quale viene chiuso, ciò è dimostrazione del fatto che l’Islam è la religione della natura umana, e ciò che è spiegato dalle qualità della fede e ciò ad essa collegato abbraccia gli orizzonti della mente e le aspirazioni del cuore con calma e conforto. Non troveremo mai un’espressione migliore di queste credenze se non nei versetti del Corano. Dice Allah: “Allah! Non c'è altro dio che Lui, il Vivente, l'Assoluto” (Al Baqara, 255), “Allah, non v'è dio all'infuori di Lui! Confidino dunque in Allah i credenti.” (At Taghabun, 13), “Egli detiene le chiavi dei cieli e della terra. Coloro che non credono nei segni di Allah sono i perdenti.” (Az-Zumar, 63), “Allah, non c'è dio all'infuori di Lui! Certamente vi adunerà nel Giorno della Resurrezione, su cui non vi è dubbio alcuno. E chi è più veritiero di Allah?” (An-Nisàa, 87), “È Allah che vi ha concesso la terra come stabile dimora e il cielo come un tetto e vi ha dato forma - e che armoniosa forma vi ha dato - e vi ha nutrito di cose eccellenti. Questi è Allah, il vostro Signore. Sia benedetto Allah, Signore dei mondi.” (Ghafir, 64), “Prenderanno forse patroni all'infuori di Lui? Allah, Egli è il solo patrono. Colui Che ridà la vita ai morti, Egli è l'Onnipotente.” (Ash-Shura, 9), “Allah ha fatto scendere il più bello dei racconti, un Libro coerente e reiterante, [alla lettura del quale] rabbrividisce la pelle di coloro che temono il loro Signore e poi si distende la pelle, insieme coi cuori, al Ricordo di Allah. Questa è la Guida di Allah con cui Egli guida chi vuole. E coloro che Allah svia, non avranno direzione.” (Az-Zumar, 23). Nel Corano – il quale è il migliore dei racconti – si trovano le spiegazioni e i dettagli del credo che dovrà riempire il cuore del credente. Esso è l’asse di collegamento tra il credente e Allah, oltre che la base a partire dalla quale costruire la propria vita e le proprie relazioni con le persone. Il credo ha un lato divino e uno umano, quello divino è fondato sul diritto di Allah di essere riconosciuto per quello che è, se Egli è unico, perché associargli altre divinità? Se Egli è Colui che ha circondato tutto con la sua conoscenza, perché credere che alcune delle nostre condizioni possano sfuggirgli? Se il ritorno sarà senza dubbio verso di Egli, perché non riconoscere il suo incontro o sottovalutarlo? Se Egli accoglie chi fugge verso di Lui, perché abbandonare la sua immensa misericordia? Dove volete andare altrimenti? Per quanto riguarda l'aspetto umano del credo, la sua forza è quella di innalzare il livello dell'uomo, in modo che possa svolgere la sua funzione nell'esistenza coerentemente con l'onore della sua discendenza e l'origine della sua creazione. L'uomo è stato nominato in questo mondo per svolgere un grande compito...l’uomo dovrà quindi conoscere il suo Signore, in modo che conosca l'origine della sua creazione, la grandezza della sua posizione, il significato della sua successione sulla terra e la maestà del messaggio che gli è stato affidato. Infatti, le facoltà dell'uomo raggiungono la loro pienezza - come i frutti raggiungono la loro maturazione - nei caldi raggi della conoscenza di Allah, e riconoscendo la perfezione che i suoi bei nomi indicano. Per questo notiamo la presenza di tanti versetti che disciplinano il comportamento dell’uomo concludendosi con uno dei nomi Allah che sono pertinenti all’argomento trattato, ad esempio, dice Allah: “Allah non ama che venga conclamato il male, eccetto da parte di colui che lo ha subito. Allah tutto ascolta e conosce. Che facciate il bene pubblicamente o segretamente o perdoniate un male, Allah è indulgente, onnipotente.” (An-Nisàa, 148-149), “Chi agisce male o è ingiusto verso sé stesso e poi implora il perdono di Allah, troverà Allah perdonatore, misericordioso. Chi commette un peccato, danneggia sé stesso. Allah è sapiente, saggio.” (An-Nisàa, 110-111). La verità è che lo splendore della fede non deve essere assente da nessuna azione, il ciclo della fede deve essere intrecciato con ogni azione, e l'osservazione di Allah il Potente, il Saggio deve dominare ogni nostro sentimento. E poiché il Corano è un libro di educazione, esso ripete deliberatamente questi nomi per radicare il loro effetto nelle profondità dei cuori! L'aspetto umano delle credenze è di grande importanza, e solo un uomo saggio che si occupa degli obiettivi più alti dell'educazione religiosa può realizzare il suo valore. Per concludere, il musulmano non ha mai abbandonato la sua fede, perché è rimasto un credente religioso, ma la sua fede è stata privata della sua efficacia, perché ha perso il suo splendore sociale ed è diventata individuale, la fede è diventata la fede di un individuo scomposto dai legami con il suo ambiente sociale. Pertanto, il problema non è insegnare a un musulmano una "credenza" da possedere, bensì l'importante è restituire a questa credenza la sua efficacia, la sua forza positiva e il suo impatto sociale. In una parola, il nostro problema non è “provare” al musulmano l'esistenza di Allah, ma piuttosto fare in modo che egli senta la Sua esistenza e lo utilizzi come fonte di energia per riempire il proprio spirito. Il credo è una natura, non una scienza, è un sentimento, non una filosofia, ed è un’etica, non un'opinione. La fede è il legame più forte tra un musulmano e il suo scopo, e tra un musulmano e coloro che credono insieme a lui.
    La Lode appartiene ad Allah.

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