Al-Falaq (L'Alba Nascente)
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1 Di': Mi rifugio nel Signore dell'alba nascente,
2 contro il male di ciò che ha creato,
3 e contro il male dell'oscurita che si estende
4 e contro il male delle soffianti sui nodi,
5 e contro il male dell'invidioso quando invidia.
An-Nas (Gli Uomini)
In nome di Allah, il Conpassionevole, il Misericordioso.
1 Di': Mi rifugio nel Signore degli uomini,
2 Re degli uomini,
3 Dio degli Uomini,
4 contro il male del sussurratore furtivo,
5 che soffia il male nei cuori degli uomini,
6 che [venga] dai dèmoni o dagli uomini.
Rifeirisce una tradizione che un tale Labib, uno stregone ebreo che
viveva a Medina, fu incaricato di gettare sull'Inviato di Allah (pace e
benedizioni su di lui) un terribile incantesimo di morte. Egli riuscì a
procurarsi alcuni capelli di Muhammad e fece con essi undici nodi, le
sue figlie soffiarono su ognuno dei nodi spaventose maledizioni,
confezionarono la fattura unendovi un germoglio di palma da dattero e
gettarono il tutto in un pozzo. L'Inviato di Allah (pace e benedizioni
su di lui) cominciò ad avvertire strani malesseri, perdita di memoria,
debolezza, inappetenza che si aggravarono finche Allah (gloria a Lui
l'Altissimo) non gli rilevò in sogno la ragione dei suoi disturbi e il
luogo in cui era stata nascosta la fattura. Quando si svegliò venne a
lui Gabriele (pace su di lui) recandogli due sure, una di cinque e
l'altra di sei versetti. Il Profeta mandò Ali al pozzo con l'incarico
di recitare le due sure. Man mano che egli procedeva nella recitazione,
i nodi si scioglievano e Muhammad, lode ad Allah Signore del Creato,
recuperava le forze e la lucidità. Le due sure in questione sono quelle
con cui si conclude il Sublime Corano, esse hanno grande importanza
rituale e i musulmani le recitano spesso per preservarsi da ogni male,
fisico o spirituale.
Il versetto 4 della sura Al-Falaq si riferisce ad una forma di magia nera che veniva praticata nell'Arabia preislamica.
Il malocchio originato dall'invidia è certamente una delle forme di
influenza negativa più forti che ci possano essere. Esso è
innegabilmente uno strumento si cui si serve il Maligno per realizzare
diverse e pesanti influenze sugli uomini; su quelli che lo subiscono
senza capire, senza conoscere le cause del loro "disagio", su quelli
che cercano di contrastarlo e annullarlo con altre pratiche magiche e
che pertanto ne accetano la logica abbietta, su quelli che lo lanciano
personalmente o per interposti "specialisti" diventano quindi complici
oggettivi e soggettivi delle mene sataniche contro l'umanità.
Oltre alla formula dell'Isti' adha, la richiesta di protezione che
dice; A 'udhu billahi min ash-sheytani-r-rajim (mi rifugio in Allah
contro Satana il lapidato) è bene ricordare il versetto 99 della sura
AN-NAHL (Le Api) "Egli non ha alcun potere su quelli che credono e
confidano in Allah".
Tratto da "Il Corano"
Edizione integrale a cura di Hamza Roberto Piccardo.
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1 Di': Mi rifugio nel Signore dell'alba nascente,
2 contro il male di ciò che ha creato,
3 e contro il male dell'oscurita che si estende
4 e contro il male delle soffianti sui nodi,
5 e contro il male dell'invidioso quando invidia.
An-Nas (Gli Uomini)
In nome di Allah, il Conpassionevole, il Misericordioso.
1 Di': Mi rifugio nel Signore degli uomini,
2 Re degli uomini,
3 Dio degli Uomini,
4 contro il male del sussurratore furtivo,
5 che soffia il male nei cuori degli uomini,
6 che [venga] dai dèmoni o dagli uomini.
Rifeirisce una tradizione che un tale Labib, uno stregone ebreo che
viveva a Medina, fu incaricato di gettare sull'Inviato di Allah (pace e
benedizioni su di lui) un terribile incantesimo di morte. Egli riuscì a
procurarsi alcuni capelli di Muhammad e fece con essi undici nodi, le
sue figlie soffiarono su ognuno dei nodi spaventose maledizioni,
confezionarono la fattura unendovi un germoglio di palma da dattero e
gettarono il tutto in un pozzo. L'Inviato di Allah (pace e benedizioni
su di lui) cominciò ad avvertire strani malesseri, perdita di memoria,
debolezza, inappetenza che si aggravarono finche Allah (gloria a Lui
l'Altissimo) non gli rilevò in sogno la ragione dei suoi disturbi e il
luogo in cui era stata nascosta la fattura. Quando si svegliò venne a
lui Gabriele (pace su di lui) recandogli due sure, una di cinque e
l'altra di sei versetti. Il Profeta mandò Ali al pozzo con l'incarico
di recitare le due sure. Man mano che egli procedeva nella recitazione,
i nodi si scioglievano e Muhammad, lode ad Allah Signore del Creato,
recuperava le forze e la lucidità. Le due sure in questione sono quelle
con cui si conclude il Sublime Corano, esse hanno grande importanza
rituale e i musulmani le recitano spesso per preservarsi da ogni male,
fisico o spirituale.
Il versetto 4 della sura Al-Falaq si riferisce ad una forma di magia nera che veniva praticata nell'Arabia preislamica.
Il malocchio originato dall'invidia è certamente una delle forme di
influenza negativa più forti che ci possano essere. Esso è
innegabilmente uno strumento si cui si serve il Maligno per realizzare
diverse e pesanti influenze sugli uomini; su quelli che lo subiscono
senza capire, senza conoscere le cause del loro "disagio", su quelli
che cercano di contrastarlo e annullarlo con altre pratiche magiche e
che pertanto ne accetano la logica abbietta, su quelli che lo lanciano
personalmente o per interposti "specialisti" diventano quindi complici
oggettivi e soggettivi delle mene sataniche contro l'umanità.
Oltre alla formula dell'Isti' adha, la richiesta di protezione che
dice; A 'udhu billahi min ash-sheytani-r-rajim (mi rifugio in Allah
contro Satana il lapidato) è bene ricordare il versetto 99 della sura
AN-NAHL (Le Api) "Egli non ha alcun potere su quelli che credono e
confidano in Allah".
Tratto da "Il Corano"
Edizione integrale a cura di Hamza Roberto Piccardo.