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Non c’è alcun Dio all’infuori di Iddio Aya10
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    Non c’è alcun Dio all’infuori di Iddio

    الحلاجي محمد
    الحلاجي محمد
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    Numero di messaggi : 6998

    defaut Non c’è alcun Dio all’infuori di Iddio

    مُساهمة من طرف الحلاجي محمد الجمعة 29 أكتوبر - 20:34:49

    Lã ilâha ill’Allah


    Non c’è alcun Dio all’infuori di Iddio



    Abbiamo bisogno di chiedere il perdono di Allah. Senza perdono non abbiamo un riparo e si incorre in così tanti problemi. Abbiamo bisogno della Sua benedizione e dei Suoi Oceani di Misericordia. Il riparo più solido è nel credere e dire: Lã ilâha ill’Allah. Non c’è alcun Dio all’infuori di Iddio. Anche se lo diciamo solo con la nostra lingua e non con il nostro cuore, ci è di beneficio. Così che il fuoco infernale non brucerà il corpo. Ma brucerà tramite il cuore. Perciò è importante credere e recitare attraverso il cuore. La protezione perfetta per il corpo fisico e per quello spirituale la si ottiene tramite il cuore e la lingua. Questo è il primo rifugio: dichiarare l’Unità Divina. Affermandola entriamo in una fortezza Divina e colui che entra sarà esente da problemi, fastidi, turbolenze e brutte situazioni, non sarà né bruciato, né punito. Quella dichiarazione può proteggere l’intera umanità. Allah può ogni cosa. Lui può salvare un’intera nazione che dichiara Lã ilâha ill’Allah. Ora le nazioni partono alla guerra, non solo i soldati, ognuno vorrebbe distruggere... distruggere. L’Umanità ha perso la misericordia l’uno verso l’altro, e costruisce armi tremende. La prima protezione è Lã ilâha ill’Allah, quindi pregare, l’adorazione, il servire il Signore ed il prostrarsi. Anche le buone maniere con la gente, l’essere d’aiuto, aver misericordia e compassione sono una protezione.
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    Sakinah
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    defaut Significato di “Lā Ilaha Illāllāh

    مُساهمة من طرف Sakinah الجمعة 5 نوفمبر - 20:35:50

    بسم الله الرحمن الرحيم
    معنى لا إله إلا الله
    Significato di “Lā Ilaha Illāllāh”
    Šaī Abū Basīr A-artūsī

    “Lā Ilaha Illāllāh” significa: “Non c’è altro dio (Mā’lūh), né altro idolo (Ma`būd) avente diritto d’esistere eccetto Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā)”. Essa [testimonianza] poggia su due pilastri fondamentali: il pilastro comprendente la negazione (Nafī) assoluta dell’esistenza di altre divinità, che siano degne di essere adorate; ed è rappresentato dalla prima parte della testimonianza (Šahādat): “Lā Ilaha”. L’altro pilastro, comprendente la parte dell’attestazione che il Solo Idolo avente diritto d’esistere è Egli, Allāh, Unico, è rappresentato dalla seconda parte della testimonianza: “Illāllāh”; una negazione seguita da una [preposizione esprimente] esclusione: “Illā”. Ciò sta a indicare, in estrema sintensi e analisi, che il Solo Idolo avente diritto d’esistere è Egli, Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), Unico, senza consoci. In merito a questa definizione elenchiamo a seguire le seguenti postille e osservazioni:
    1. Chi dichiari la parte della testimonianza relativa alla negazione, senza dichiararne la parte relativa all’attestazione non è un credente (Mū’min). E chi dichiari la parte dell’attestazione, senza dichiararne la parte relativa alla negazione, similmente non è un credente. E non è un credente nemmeno se non concilia assieme i pilastri: la negazione e l’attestazione della dottrina, [mediante] la parola e l’azione; sia esteriormente che interiormente. E come disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā) riguardo ai Compagni della caverna (Aṣḥāb al-Kahf):
    وَإِذِ اعْتَزَلْتُمُوهُمْ وَمَا يَعْبُدُونَ إِلَّا اللَّهَ فَأْوُوا إِلَى الْكَهْفِ
    “Quando vi sarete allontanati da loro e da ciò che adorano all’infuori di Allah, rifugiatevi nella caverna…” (Sūrat al-Kahf, 16)
    Essi convennero sui pilastri; lungi dai politeisti (Mušrikūn), dagli idoli (awāghīt), e dalle false e mendaci divinità. E non rigettarono il culto (`ibādat) di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), perchè Egli è l’Unico Dio degno di adorazione (`ibādat), e d’obbedienza (ā`at). Così come disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā) a proposito del Profeta Ibrāhīm (`alaīhi as-Salām):
    وإذ قال إبراهيم لأبيه وقومه إنني براء مما تعبدون . إلا الذي فطرني فإنه سيهدين
    “E [rammenta] quando Ibrāhīm disse a suo padre e al suo popolo: - Io rinnego tutto quel che voi adorate, ad eccezione di colui che mi ha creato, poiché egli mi guiderà.” (Az-Zuruf, 26-27)
    E disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā):
    أفرأيتم ما كنتم تعبدون . أنتم وآباؤكم الأقدمون . فإنهم عدو لي إلا رب العالمين
    “[Disse Ibrāhīm]: – Avete riflettuto su ciò che adoravate, voi e i vostri avi? Essi sono miei nemici, eccetto il Sovrano dei mondi.” (aš-Šu`arā’, 75-77)
    Ibrāhīm (`alaīhi as-Salām) annunciò il suo antagonismo e il suo distacco da tutte le [false] divinità adorate all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), il Solo Dio avente diritto [all’esistenza], ammettendo quindi unicamente il Suo [di Allāh] culto (`ibādat) e la Sua [di Allāh] Maestà (Mawālāt). Queste e altre āyāt indicano che i politeisti adoravano Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), ma Gli associavano nel culto (`ibādat) altre divinità. Pertanto [Ibrāhīm] dichiarò il suo rigetto (Barā’) assoluto, rispetto a ciò che essi [politeisti] adoravano ad eccezione del Creatore (Khāliq), il degno di adorazione.
    2. L’espressione “avente diritto d’esistere”, è allo scopo di escludere le false divinità che essi [i politeisti] adoravano all’infuori di Allāh, e che sono prive di qualsiasi attributo (ifat) che gli conferisca il diritto di essere adorate. E ciò che essi adorano all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), come le false divinità, non hanno nulla che gli dia il diritto di rientrare nel significato del culto. Non posseggono realmente le caratteristiche (Khaā’ī) e gli attributi (ifāt) che le possano elevare al rango della Divinità (Ulūhīyat), e che ne sanciscano la legittimità del culto con o all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). Si potrebbe asserire che esistono in realtà divinità e idoli che vengono adorati all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā); e noi diciamo che esistono delle divinità, ma che non posseggono le caratteristiche e gli attributi della Divinità. Essi [idoli] sono quindi adorati falsamente e senza diritto alcuno, e la testimonianza dell’Unicità (Šahādat at-Tawīd) di Allāh, non negano assolutmente che vi siano delle altre divinità in realtà, ma negano assolutamente l’esistenza di divinità che posseggano le caratteristiche e gli attributi che le possano elevare al rango della della Divinità, e che ne sanciscano la legittimità del culto con o all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). Il primo pilastro della testimonianza dell’Unicità è “Lā Ilaha”… ed Egli è la “Divinità”, ossia: “Non c’è divinità avente diritto d’esistere eccetto Allāh”. La Verità presenta le caratteristiche e gli attributi della Divinità, la quale è degna di essere adorata, Unica, senza consoci, e verso la quale i suoi servi debbono tendere. Tutto ciò subentra al significato del culto secondo la Legge.
    3. Con questa definizione (Ta`rīf) e interpretazione (Tafsīr) della testimonianza dell’Unicità illustriamo la corruzione (Fasād) del senso – da parte della maggioranza delle persone oggi – della testimonianza dell’Unicità, e dell’interpretazione della testimonianza della Signorìa di Allāh soltanto. Come il significato delle parole: non c’è Creatore (Khalīq), né Danneggiatore (ārr), né Benefattore (Nāfi`), né Elargitore (Rāzaq), né Vivificatore (Muī), né Mortificatore (Mumīt), né Sovrano (Mālik) eccetto Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). E questo significato, anche se può essere parzialmente corretto rispetto al fatto che Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā) sia il solo ad essere descritto con quanto sopra, tuttavia non riguarda il significato implicito nella testimonianza dell’Unicità: Lā Ilaha Illāllāh”. Ma questo significato venne adottato in passato dagli associatori, che non entrarono in disaccordo con i profeti (Anbīyā’) con ciò. La loro disputa invero era incentrata su quale fosse la divinità degna di adorazione, laddove rendevano il culto alle loro divinità, ai loro idoli, e alle loro icone all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), pur sapendo e accettando il fatto che il Creatore (Khalīq), il Danneggiatore (ārr), il Benefattore (Nāfi`), l’Elargitore (Rāzaq), il Vivificatore (Muī), il Mortificatore (Mumīt), il Sovrano (Mālik) è Egli, Allāh Solo. Per questo che essi vennero definiti degli associa tori (Mušrikūn) e dei denegatori (Kuffār), meritevoli d’essere combattuti e contrastati per tramite dei profeti e dei messaggeri (alawāt Allāh wa-Salāmuhu `alaīhim). Come disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā):
    ولئن سألتهم من خلق السماوات والأرض ليقولنَّ الله
    “E se chiedi loro: – Chi creò i cieli e la terra? Diranno: – Allāh.” (Luqmān, 25)
    E disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā):
    قل لمن الأرض ومن فيها إن كنتم تعلمون سيقولون لله قل أفلا تذكرون
    “Dì: – A chi appartiene la terra e ciò che v’è in essa? [Ditelo] Se lo sapete! Diranno – Ad Allāh. Dì: – Non riflettete dunque?” (al-Mū’minūn, 84-85)
    Essi erano pertanto degli idolatri poichè prestavano il culto ad altri che non Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). Quindi colui che attesti la testimonianza dell’Unicità soltanto parzialmente, non ha compreso interamente la testimonianza dell’Unicità di Allāh così come ordinato da Allāh e dal suo Messaggero (allāllāhu `alaīhi wa-Sallam) e non trarà beneficio alcuno nel Giorno della Resurrezione (Yawm al-Qīyāmat), e non c’è alcun dubbio che costui faccia parte degli idolatri.
    4. La testimonianza dell’Unicità: “Lā Ilaha Illāllāh”, comprende tre categorie: l’Unicità della Divinità di Allāh (Tawīd al-Ulūhīyat), l’Unicità della [Sua] Signoria (Tawīd ar-Rubūbīyat), e l’Unicità dei [Suoi] nomi e attributi (Tawīd al-Asmā’ wa--Sifāt).
    5. Ciò che vediamo al giorno d’oggi, è il fatto che molte persone, inclusi alcuni tiranni (awāghīt), hanno preservato la testimonianza dell’Unicità di Allāh così come definita precedentemente, così che qualora si chieda a qualcuno di loro circa il significato della testimonianza dell’Unicità di Allāh, risponderebbero immediatamente, e senza alcuna esitazione o reticenza: “Non c’è nessuno che sia degno di adorazione ad eccezione di Allāh”! Essi attestano tale testimonianza senza coprenderne le connotazioni e i significati, e senza vagliarne gli obblighi e le implicazioni che ne derivano! Essi convengono circa questa definizione, e al tempo stesso adorano e assumono altre divinità assieme ad Allāh. Essi convengono su questa definizione soltanto a parole, in modo tale che possono ovviare e proteggersi dagli attacchi e dalle accuse rivolegli da coloro che li tacciano di ignoranza e di mancanza di conoscenza rispetto all’Unicità. Costoro sono come chi attesti la testimonianza dell’Unicità di Allāh senza conoscerne il significato, o come chi attestandola, si sottragga ai suoi doveri e obblighi. La semplice attestazione della testimonianza dell’Unicità di Allāh non sarà di alcun beneficio per costoro, né per chi la conosca a memoria. Nn riconosceranno la loro responsabilità e la loro colpevolezza né in questa vita (Dunyā), né nell’altra (Ākhirat).
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