من طرف Sakinah الجمعة 5 نوفمبر - 20:17:37
Importanza della Lingua Araba nell’Islām
Šaīkh al-Islām Taqī ad-Dīn ibn Taīmīya (Raḥimahullāhu)
Circa l’abituarsi a parlare altre lingue diverse all’arabo, la quale è un Simbolo (Ši`ār) dell’Islām, ed è la Lingua del Qur’ān, in modo che ciò divenga di norma per l’Egitto e per la sua popolazione, così come per la popolazione mondiale, per gli uomini assieme ai suoi compagni, per i mercanti o per i governanti, per i cancellieri o per i giurisperiti, senza alcun dubbio questo è riprovato (Makrūh), poiché equivale ad imitare i non-arabi (al-A`ājim), ed è pertanto riprovato (Makrūh), come già precedentemente asserito.
Pertanto, quando i musulmani andarono a vivere in Siria e in Egitto, dove la gente parlava correntemente Greco bizantino (Rūmīyat), in `Irāq e nel Khurāsān, dove la gente parlava correntemente Persiano (Fārisīyat), e nel Maghrib, dove la gente parlava correntemente Berbero (Barbarīyat), insegnarono l’arabo (al-`Arabīyat) alle popolazioni di questi paesi, di modo tale che l’arabo divenne la lingua prevalente presso quei territori, sia per i musulmani che per i miscredenti. Così avvenne nel Khurāsān in passato, successivamente divenne lassista rispetto alla lingua, e ci si abituò a proffeire in Persiano, così che esso divenne la lingua dominante, e in modo tale che l’arabo venisse obliato da molti. Questo è senz’altro detestabile (Makrūh).
La cosa migliore è abituarsi a parlare in Arabo, così che i giovani lo possano apprendere nelle abitazioni e nelle scuole, e in modo tale che un Simbolo (Ši`ār) dell’Islām e della sua Gente (i musulmani) possa essere esibito. Così sarà più facile per la gente dell’Islām accedere alla comprensione dei significati del Libro (al-Qur’ān) e della Tradizione (Sunnat), e alla comprensione delle parole dei predecessori (Salaf); a differenza di chi si abituasse a parlare una sola lingua, e che riscontrasse delle difficoltà ad apprenderne una seconda.
Sappi che le abitudini linguisitiche influenzano notevolmente l’intelletto, la morale, e la sfera religiosa. Parimenti sortiscono un effetto che istituisce una somiglianza tra questa Comunità (Ummat) e le generazioni dei Ṣaḥābat e dei Tābi`īn. Somigliare a loro contribuisce a migliorare l’intelletto, la morale e la sfera religiosa. Inoltre, la stessa lingua araba, è parte integrante della Religione, e conoscerla è un dovere (Farḍ) e un obbligo (Wājib).
Se è un dovere apprendere il Qur’ān e la Sunnat, ed essi non possono essere senza conoscere la Lingua Araba, e se non si può adempiere tale obbligo senza di essa, è parimenti necessario (Wājib) l’apprendimento.
Ci sono questioni che costituiscono un obbligo (Wājib) per i singoli individui, e altre che costituiscono un obbligo (Wājib) per la collettività.
Questo è il senso di quanto narrato da Abū Bakr b. Abī Šaībat, il quale disse: Ci ha riferito (Ḥaddathanā) `Īsā b. Yūnus, da Thaūr, da `Umar b. Yazīd, il quale disse: `Umar scrisse a Mūsā al-Aš`arī (RaḍīAllāhu `anhu): “Apprendete la Sunnat, apprendete l’Arabo, e apprendete il Qur’ān in Arabo, poiché esso è in Arabo”.
E in un’altra Tradizione (Hadīth), `Umar (RaḍīAllāhu `anhu) disse: “Imparate l’Arabo poiché è parte integrante della vostra Religione, e imparate gli obblighi (al-Farā’īḍ) poiché sono parte integrante della vostra Religione”
Questo ordine di `Umar (RaḍīAllāhu `anhu), riguardo alla conoscenza dell’Arabo, e rispetto alla comprensione della Šarīy`at, unisce tutto ciò che è necessario, per la Religione e la comprensione delle parole e delle azioni. La comprensione dell’Arabo è lo strumento per comprendere le parole, e comprendere la Sunnat è lo strumento per comprendere le azioni.
Iqtiḍā’ aṣ-Ṣirāṭ al-Mustaqīm 2/207