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Ar-Rahmâni Ar-Rahîm Aya10
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    Ar-Rahmâni Ar-Rahîm

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    Filipe
    che Allah lo protegga
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    Ar-Rahmâni Ar-Rahîm Empty Ar-Rahmâni Ar-Rahîm

    مُساهمة من طرف Filipe الثلاثاء 16 نوفمبر - 22:15:07

    Il terzo versetto della sura Al-Fatiha rievoca i nomi di misericordia di Allah. Quella che potrebbe sembrare una semplice ripetizione in realtà è piena di significato. Essa si trova infatti tra l’affermazione della Sua Signoria sul mondo (rabbi l-âlamin) e il nome Malik nel Giorno del Giudizio, e le avvolge entrambe di Misericordia. La Signoria di Dio nel mondo è impregnata di misericordia e così sarà il Suo giudizio. Al Qurtubî dice a questo proposito: «Egli si definisce Compassionevole, Misericordioso subito dopo le parole “Signore dei mondi”, solamente perché al timore risulti associata la speranza, come accade anche in altri versetti: “[O Muhammad], annuncia ai Miei servi che, in verità, Io sono il Perdonatore, il Misericordioso e che il Mio castigo è davvero un castigo doloroso. ” (XV,49-50) e ancora: “E il tuo Signore annunciò che avrebbe inviato contro di loro qualcuno che li avrebbe duramente castigati, fino al Giorno della Resurrezione! In verità il tuo Signore è sollecito nel castigo, ma è anche perdonatore, misericordioso.” (VII,167). La parola Signore richiama infatti il timore, mentre i termini ‘Compassionevole, Misericordioso’ sono annuncio di speranza.»
    Allah appare nel Corano dunque come il Misericordioso Signore. Per l’essere umano non è stato affatto semplice il consolidarsi dell’idea di un Dio misericordioso, se guardiamo alla storia del pensiero religioso possiamo constatare come abbia prevalso la percezione della Potenza di Dio, su quella della Sua misericordia. “La semplice contemplazione della volta celeste è sufficiente a far scattare un’esperienza religiosa. Il cielo è infinito, trascendente, (…) il cielo, per il suo stesso modo d’essere rivela la trascendenza, la forza, l’eternità. Esiste in maniera assoluta, perché è alto, infinito, potente… Il sacro è forte è potente perché è reale… Potenza vuol dire ad un tempo realtà, perennità ed efficacia… Ogni ierofania è una cratofania, una manifestazione di forza…”1
    E quando si dice loro: “Prosternatevi al Compassionevole” dicono: “E cos’è mai il Compassionevole? Dovremmo prosternarci a chi tu ci comandi?”. E la loro ripulsa s’accresce” (XXV,60)
    Correlata all’idea della divinità come Regalità e Potenza c’è a livello rituale la realtà del sacrificio, che si spinge fino al sacrificio di vittime umane. “ Ed è così che i loro dèi hanno reso accettabile a molti politeisti l’assassinio dei loro figli*, per farli perdere e per confondere la loro religione. Se Allah volesse, non lo farebbero. Lasciali dunque alle loro bestemmie. (VI,137). Era anche diffusa l’abitudine di promettere “agli dei” il sacrificio di un figlio, in cambio di una favore particolare. In questa pratica atroce s’inserisce la vicenda di Abdel-Mutalib, il nonno del Profeta Muhammad, che aveva promesso di immolare uno dei suoi figli se avesse ottenuto la discendenza che riteneva degna di lui.

    Di ciò esistono innumerevoli testimonianze, presso quasi tutte le culture antiche del mondo, e ne troviamo traccia anche nei testi religiosi, come la Bibbia e il Corano. La narrazione del sacrifico del figlio di Abramo, pace su di lui, contiene diversi significati tra cui il superamento dei sacrifici umani e con ciò il prevalere dell’immagine del Dio di misericordia. Ecco il racconto del sacrificio di Abramo, pace su di lui, nel Corano:
    Poi, quando raggiunse l’età per accompagnare [suo padre questi] gli disse: “Figlio mio, mi sono visto in sogno, in procinto di immolarti. Dimmi cosa ne pensi”. Rispose: “Padre mio, fai quel che ti è stato ordinato: se Allah vuole, sarò rassegnato”. (v.102)
    Centrale per capire questi versetti è il concetto di sogno: il racconto coranico, a differenza di quello biblico non dice che Dio ordina direttamente ad Abramo di sacrificare il figlio. Neanche nel sogno ne riceve l’ordine, Abramo vede nel sonno un’immagine (non delle parole che esprimono chiaramente un ordine): se stesso che immola il figlio. Il sogno secondo la tradizione islamica può essere un modo di comunicare di Dio, specie ai Profeti, ma si serve di simboli, ha bisogno di interpretazione… Nel Corano infatti vediamo come l’interpretare i sogni sia considerato un dono particolare, di cui godeva ad esempio il profeta Giuseppe, pace su di lui. Nella sura “il Bottino” poi troviamo dei versetti molto interessanti che così recitano a proposito di un sogno fatto dal Profeta:
    In sogno Allah te li aveva mostrati poco numerosi, ché se te li avesse mostrati in gran numero, avreste certamente perso il coraggio e vi sareste scontrati tra voi in proposito. Ma Allah vi salvò. Egli conosce quello che c’è nei petti.. era necessario che Allah realizzasse un ordine che doveva essere eseguito. Tutte le cose sono ricondotte ad Allah.”(VIII,43-44)
    Questo versetto è molto importante per capire come il sogno possa essere mandato da Dio ad un profeta e nello stesso tempo avere un contenuto che dà luogo ad un’interpretazione sbagliata, ma collegata comunque alla realizzazione della volontà di Dio, perché: “Era necessario che Allah realizzasse un ordine che doveva essere eseguito. Tutte le cose sono ricondotte ad Allah.
    Il sogno di Abramo è di questo tipo, Dio non voleva fargli compiere un sacrificio umano, ma attraverso quel sogno, quell’immagine che emerge in Abramo (come abbiamo era frequente in quell’epoca) e che egli interpretò letteralmente, dà prova della sua disponibilità a dare tutto ciò che gli era più caro al mondo e che costituiva il pegno della benevolenza divina su di lui… Lo scopo del sogno è quindi di provocare una certa reazione non nella realizzazione dell’immagine stessa (per il Profeta Muhammad affrontare la battaglia, per il profeta Ibrahim dare prova della sua fede).
    Quando poi entrambi si sottomisero, e lo ebbe disteso con la fronte a terra,” (v.103)
    Noi lo chiamammo: “O Abramo, hai realizzato il sogno. Così Noi ricompensiamo quelli che fanno il bene. Questa è davvero una prova evidente”.(vv.104-106)

    Il Signore questa volta parla chiaramente ad Abramo, lo chiama, svelando così la vera interpretazione di quel sogno e in essa il senso del sacrificio. Il sogno era una prova per la sua fede, l’offerta sacrificale viene riscattata da Dio col dono di un montone “generoso”, il significato profondo del sacrificio dunque non risiede nell’oggetto offerto e neanche nel dolore o nella privazione anche se queste sono componenti essenziali perché vi sia sacrificio, ma nella fede che è sottesa in esso…
    La vicenda di Abramo getta luce, dunque, su di Dio Unico e Misericordioso, Misericordia che è il volto stesso con cui Dio si rivela al mondo, tanto che il Corano rivela l’amicizia che lega Dio ad Abramo, pace su di lui, “Allah prese Abramo per amico…” (IV,125)
    Il Rahmâni, Rahîm che ha diffuso la rahma nella creazione secondo un hadith già citato, chiede che questa rahma sia operativa, non è un semplice deposito. Indispensabile che questa misericordia informi l’agire umano nei confronti degli altri esseri umani:
    I servi del Compassionevole: sono coloro che camminano sulla terra con umiltà e quando gli ignoranti si rivolgono loro, rispondono: “Pace!” (XXV,63)
    ed essere tra coloro che credono e vicendevolmente si invitano alla costanza e vicendevolmente si invitano alla misericordia.” (XC,17)
    Avere misericordia è un dovere:“Non entrerete in Paradiso finché non avrete fede, e non avrete fede finché non vi amerete gli uni gli altri. Abbiate compassione di quanti sono sulla terra, e Colui che è in cielo avrà compassione di voi”. (Bukhârî)
    Non è un vero credente colui che passa la notte sazio, mentre il suo vicino ha fame”. (Al-Bayahaqi).
    Nessuno di voi raggiungerà la pienezza della fede finché non desidera per il proprio fratello ciò che desidera per se stesso”. (Al- Bukhârî e Muslim).
    La misericordia non è confinata all’agire tra esseri umani ma deve avere una dimensione universale, verso ogni essere vivente, maltrattare gli animali è un peccato grave:“Una donna ha meritato l’inferno a causa di una gatta che aveva rinchiuso fino a che non morì. Non la nutriva e neanche la lasciò andare in maniera che mangiasse qualche bestiola della terra.
    L’Inviato di Dio disse ancora: “Chi ha piantato un albero ed ha avuto la pazienza di curarlo e l’ha curato fino a quando ha dato i suoi frutti, avrà per ogni persona che colga questi frutti una ricompensa (nell’aldilà).”
    Egli è il Misericordioso, non dobbiamo avere paura, in questa vita e nell’altra, poiché grande è la sua misericordia per chi si sforza di perseverare:
    Gli angeli scendono su coloro che dicono: “Il nostro Signore è Allah”, e che perseverano [sulla retta via]. [Dicono loro:] “Non abbiate paura e non affliggetevi; gioite per il Giardino che vi è stato promesso. Noi siamo vostri alleati in questa vita e nell’altra, e in quella avrete ciò che l’ anime vostre desidereranno e quel che chiederanno. Questa è l’ospitalità del Perdonatore, del Misericordioso”. (XLI,30-32)

      الوقت/التاريخ الآن هو الأحد 19 مايو - 18:32:04