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O Abramo, hai realizzato il sogno… Aya10
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    O Abramo, hai realizzato il sogno…

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    sandro
    che Allah lo protegga
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    مُساهمة من طرف sandro السبت 20 نوفمبر - 22:05:10

    Signore, (donami), un figlio devoto.

    Gli demmo la lieta novella di un figlio magnanimo.

    Poi, quando raggiunse l’età per accompagnare (suo padre questi ) gli disse: “Figlio mio mi sono visto in sogno, in procinto di immolarti. Dimmi cosa ne pensi”. Rispose: “Padre mio, fai quel che ti è stato ordinato: se Allah vuole, sarò rassegnato”.

    Quando poi entrambi si sottomisero, e lo ebbe disteso con la fronte a terra,

    Noi lo chiamammo: “O Abramo,

    hai realizzato il sogno. Così Noi ricompensiamo quelli che fanno il bene.

    Questa è davvero una prova evidente.

    E lo riscattammo con un sacrificio generoso

    Perpetuammo il ricordo di lui nei posteri.” (XXXVII, 100-107)

    Proseguirono tutt’e due insieme; così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna . Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: “Abramo, Abramo!” Rispose : “Eccomi!” L’angelo disse:”non stendere la tua mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio. …perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato il tuo unico figlio Io ti benedirò con ogni benedizione…” (Bibbia, Genesi, 22)

    Cade nel decimo giorno del mese del pellegrinaggio, la “’Îd al-Adhâ”, festa del sacrificio. In essa la Umma ricorda un momento decisivo della vita di Abramo (pace su di lui) che con qualche variante è raccontato sia nel Corano che nella Bibbia. Il significato dei due racconti è però simile: Dio prova la fedeltà di Abramo chiedendogli (nella Bibbia) e attraverso un sogno (nel Corano) di sacrificare il figlio che Lui stesso gli aveva donato e che costituiva ciò che aveva di più prezioso. La fedeltà di Abramo viene premiata con la salvezza del figlio e con la promessa di un Di più smisurato. Queste sono le logiche di Dio, che non sempre la mente umana basta a comprendere, solo la fede può aiutare a compiere certi passaggi della vita. Possiamo però notare come nel racconto del Corano questa sottomissione a Dio, sia frutto dell’obbedienza a Lui di padre e figlio, tutto si svolge in un dialogo chiaro e complice: entrambi accettano di abbandonarsi al volere divino e la prova viene superata grazie alla fede di entrambi. Possiamo poi leggere in questo racconto come la volontà divina sia loro pervenuta in modi diversi: Abramo la conosce attraverso il sogno, Ismaele attraverso le parole del padre. Noi siamo gli uni per gli altri portatori della volontà di Allah, del suo volere, la prove della nostra fede spesso ci giunge attraverso le persone che ci sono vicino, nella vita quotidiana… ma la nostra obbedienza favorisce quella degli altri e viceversa. Ci sono legami strettissimi e invisibili che uniscono i credenti, che fanno di essi come una catena che si estende dalla notte dei tempi, da quando Allah diede inizio alla creazione.

    E’ la sura “I ranghi” che contiene il racconto del sacrificio di Abramo e di Ismaele, ed essa prende il nome dal primo versetto, facente parte di una triplice invocazione , che secondo alcuni commentatori si riferisce a diverse categorie angeliche, ma che di per sé nomina tre atteggiamenti:

    1. lo schierarsi in ranghi, (1)
    2. il respingere con forza, (2)
    3. il recitare il monito (3)


    che sono di coloro dei quali “In verità il vostro Dio è Uno…” (4) angeli e uomini,

    contrapposti a quelli dei malvagi:

    1. quando viene loro ricordato (il Monito), non vi badano affatto (13);
    2. quando scorgono un segno se ne prendono beffa…(14)


    Tu li stupisci e loro scherniscono” (12)

    3.sono divisi, si accusano a vicenda: “e si rivolgeranno gli uni agli altri interrogandosi…” (27)

    Il titolo che dà il filo conduttore della Sura infatti dà l’immagine di una compatezza, di un’unità (i ranghi) che poi si svela nella Sura come un continuo dell’agire di Allah verso i peccatori e verso i Suoi servi devoti: quelli saranno radunati per il castigo, “Riunite gli ingiusti e le loro spose e quelli che adoravano all’infuori di Allah… (22-23)che sarà proporzionato a ciò che avranno compiuto (39), gli altri invece saranno salvati da Allah e riceveranno molto di più di ciò che meritano : “i servi devoti di Allah: essi avranno una nota provvigione di frutti e saranno colmati di onori nei Giardini della Delizia…”Abbondanza della grazia divina! C’è però anche un continuo che caratterizza anche gli atteggiamenti dei veri servi di Dio: essi sono coloro che nel momento di grande angoscia hanno creduto.Come Noè nel diluvio, come Mosè e Aronne, come Elia, come Giona, che fu gettato in mare….. come Abramo. E’ una lotta difficile in cui, in alcuni passi della sura sembra si incrocino le dinamiche umane con quelle angeliche o demoniache. Proprio la fiducia nella continuità dell’agire di Dio nella nostra vita e in quella di coloro che sono stati

    fedeli , gli inviati, ci rendono capaci di obbedire, anche quando troppo grande sembra il sacrificio: Egli è colui che dà, dà senza misura a coloro che a lui si abbandonano…

    Celebrare la festa del sacrificio di Abramo è quindi celebrare la vittoria della fede e dell’abbandono a Dio sulla morte stessa, è avere coscienza che Allah non ama il sacrificio, ma la totale fiducia in Lui anche quando le cose si fanno difficili, è riconoscere che Allah è il Fedele, egli è Colui che è lo stesso quando dà e quando toglie, e quando toglie lo fa per dare di più, per farci crescere nell’abbandono alla Sua Misericordia per darci i frutti di tale abbandono, è ancora essere coscienti della necessità di collaborare, ognuno al proprio posto, magari nascosto, perché la benedizione di Allah sani la terra.

    Che la festa del sacrificio ci trovi pronti, schierati compatti con tutti i credenti della Umma, pronti a respingere con forza il male e il dubbio, ricordando le sue promesse e gli insegnamenti che abbiamo avuto la grazia di conoscere. A tutte le sorelle e i fratelli che la grazia e la pace di Allah siano su di voi!Buona festa!

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