Bilal Ibn Rabah (radhiAllahu 'anhu)
Il primo muezzin (chiamante alla preghiera) in Islam
Uno degli insegnamenti fondamentali della religione islamica è l'unità
del genere umano e l'uguaglianza della gente al cospetto di Dio. Nel
capitolo 49 del Corano si legge ciò che può essere tradotto come: "O
uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto
di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah,
il più nobile di voi è colui che più Lo teme."
E questo non è mai stato un consenso formale nel rispetto
dell'uguaglianza tra la gente. Fin dall'inizio, la comunità dell'Islam
ha compreso uomini e donne di diversi gruppi tribali, razziali e
sociali. Ci sono stati i capi con gli schiavi, e ci sono stati gli
Arabi Quraishi insieme agli Abissini, Persiani ed altri. Ma agli occhi
dell'Islam e dei suoi seguaci, erano tutti fratelli Musulmani, con
nessuna differenza o distinzione tra di essi. Non c'è da stupirsi
allora se uno degli eroi più noti dell'Islam aveva l'abitudine di
descrivere se stesso come "l'Abissino, che era uno schiavo" senza alcun
senso di imbarazzo, perché sapeva che per i suoi fratelli Musulmani
questo fosse uno stato irrilevante. L'eroe di cui stiamo parlando è
Bilal Ibn Rabah, il muezzin del Profeta.
Bilal nacque da una schiava africana che apparteneva alla tribù dei
Bani Jumah. Era conosciuto per il suo duro lavoro e per la fedeltà al
suo padrone, Umayyah ibn Khalaf, un leader della sua tribù. La presenza
di Bilal all'interno del nucleo familiare di Umayyah gli diede
l'opportunità di ascoltare le osservazioni fatte dai leader dei Quraish
riguardo il Profeta Muhammad (pace su di lui), i commenti, che erano un
misto di invidia e odio, così come la confessione di integrità e di
onesta' di Muhammad. Si convinse finalmente di quello che aveva sentito
degli insegnamenti del Profeta Muhammad e dichiaro' la sua adesione
alla fede islamica, il primo schiavo a convertirsi nella storia
islamica. Questo passo in sé non fu facile, soprattutto se pensiamo al
fatto che anche i membri della comunità onorevole Mekkana furono
sottoposti al ridicolo e alle molestie non appena la loro conversione
all'Islam fu nota ai loro compatrioti. Cosi' solo Dio sa quanto, gli
schiavi, in quella società pre-islamica di segregazione razziale, hanno
dovuto sopportare, dato che erano trattati come un qualsiasi pezzo di
proprietà, con il quale il proprietario aveva il diritto di fare cio'
che piu' gli piaceva. Questa fu la partita di Bilal che, purtroppo, era
di proprietà di uno degli antagonisti principali dell'Islam e del suo
Profeta Muhammad (pace su di lui). Umayyah ibn Khalaf utilizzo' tutti i
tipi di tortura su Bilal per fargli cambiare idea. Ordinò ai suoi
uomini di prendere Bilal nudo e di gettarlo sulle sabbie infernali del
deserto nelle ore più calde della giornata. Per assicurarsi che quella
sabbia rovente facesse effetto, posavano anche una pietra pesante sul
petto di Bilal cercando, durante tutto quel tempo, di farlo tornare al
politeismo. La risposta del nostro grande eroe era molto semplice - ma
efficace, "Ahad, Ahad (Uno, Uno)", che significa, "c'è Solo Un Dio
Unico." Non diceva nient'altro, ma per lui questo era sufficiente a
dargli tutto il sostegno spirituale necessario per sopportare gli
effetti della tortura alla quale era esposto. Umayyah e i suoi uomini
si stancarono di torturare Bilal. Molti gli chiesero solo di dire
qualcosa di carino riguardo i loro idoli per poi lasciarlo andare. Ma
per Bilal la tortura nella sua forma peggiore era meglio di quelle
poche parole.
Quando Umayyah divento' disperato per il ritorno di Bilal all'
incredulità, accetto' l'offerta di Abu Bakr e lo vendette a lui (Abu
Bakr), dicendo che era pronto a vendergli Bilal anche per un'oncia
d'oro e Abu Bakr rispose: "avrei pagato anche un centinaio di once per
lui ". Naturalmente, con quell'affare Bilal fu libero. Perché era
abitudine di Abu Bakr Al-Siddiq (radhiAllahu 'anhu) comprare schiavi
Musulmani per liberarli.
Dopo la migrazione del Santo Profeta (pace su di lui) a Medina, e
quando l'istituzione dell'Adhan (chiamata alla preghiera) fu fondata,
Bilal fu il primo ad essere invitato dal Profeta a recitarlo. Più
tardi, alla data dell'entrata vittoriosa del Profeta Muhammad (pace su
di lui) a Mecca, e dopo la distruzione degli idoli dentro e intorno
alla Ka'aba, fu ancora una volta chiesto a Bilal di effettuare la
chiamata alla preghiera. Non stupisce quindi come questo ex-schiavo
Bilal sia diventato uno dei migliori tra i noti eroi della storia
islamica. Perché era 'Muezzin-ur-Rasool' - Il chiamante alla preghiera
del Messaggero di Dio.
Il primo muezzin (chiamante alla preghiera) in Islam
Uno degli insegnamenti fondamentali della religione islamica è l'unità
del genere umano e l'uguaglianza della gente al cospetto di Dio. Nel
capitolo 49 del Corano si legge ciò che può essere tradotto come: "O
uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto
di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah,
il più nobile di voi è colui che più Lo teme."
E questo non è mai stato un consenso formale nel rispetto
dell'uguaglianza tra la gente. Fin dall'inizio, la comunità dell'Islam
ha compreso uomini e donne di diversi gruppi tribali, razziali e
sociali. Ci sono stati i capi con gli schiavi, e ci sono stati gli
Arabi Quraishi insieme agli Abissini, Persiani ed altri. Ma agli occhi
dell'Islam e dei suoi seguaci, erano tutti fratelli Musulmani, con
nessuna differenza o distinzione tra di essi. Non c'è da stupirsi
allora se uno degli eroi più noti dell'Islam aveva l'abitudine di
descrivere se stesso come "l'Abissino, che era uno schiavo" senza alcun
senso di imbarazzo, perché sapeva che per i suoi fratelli Musulmani
questo fosse uno stato irrilevante. L'eroe di cui stiamo parlando è
Bilal Ibn Rabah, il muezzin del Profeta.
Bilal nacque da una schiava africana che apparteneva alla tribù dei
Bani Jumah. Era conosciuto per il suo duro lavoro e per la fedeltà al
suo padrone, Umayyah ibn Khalaf, un leader della sua tribù. La presenza
di Bilal all'interno del nucleo familiare di Umayyah gli diede
l'opportunità di ascoltare le osservazioni fatte dai leader dei Quraish
riguardo il Profeta Muhammad (pace su di lui), i commenti, che erano un
misto di invidia e odio, così come la confessione di integrità e di
onesta' di Muhammad. Si convinse finalmente di quello che aveva sentito
degli insegnamenti del Profeta Muhammad e dichiaro' la sua adesione
alla fede islamica, il primo schiavo a convertirsi nella storia
islamica. Questo passo in sé non fu facile, soprattutto se pensiamo al
fatto che anche i membri della comunità onorevole Mekkana furono
sottoposti al ridicolo e alle molestie non appena la loro conversione
all'Islam fu nota ai loro compatrioti. Cosi' solo Dio sa quanto, gli
schiavi, in quella società pre-islamica di segregazione razziale, hanno
dovuto sopportare, dato che erano trattati come un qualsiasi pezzo di
proprietà, con il quale il proprietario aveva il diritto di fare cio'
che piu' gli piaceva. Questa fu la partita di Bilal che, purtroppo, era
di proprietà di uno degli antagonisti principali dell'Islam e del suo
Profeta Muhammad (pace su di lui). Umayyah ibn Khalaf utilizzo' tutti i
tipi di tortura su Bilal per fargli cambiare idea. Ordinò ai suoi
uomini di prendere Bilal nudo e di gettarlo sulle sabbie infernali del
deserto nelle ore più calde della giornata. Per assicurarsi che quella
sabbia rovente facesse effetto, posavano anche una pietra pesante sul
petto di Bilal cercando, durante tutto quel tempo, di farlo tornare al
politeismo. La risposta del nostro grande eroe era molto semplice - ma
efficace, "Ahad, Ahad (Uno, Uno)", che significa, "c'è Solo Un Dio
Unico." Non diceva nient'altro, ma per lui questo era sufficiente a
dargli tutto il sostegno spirituale necessario per sopportare gli
effetti della tortura alla quale era esposto. Umayyah e i suoi uomini
si stancarono di torturare Bilal. Molti gli chiesero solo di dire
qualcosa di carino riguardo i loro idoli per poi lasciarlo andare. Ma
per Bilal la tortura nella sua forma peggiore era meglio di quelle
poche parole.
Quando Umayyah divento' disperato per il ritorno di Bilal all'
incredulità, accetto' l'offerta di Abu Bakr e lo vendette a lui (Abu
Bakr), dicendo che era pronto a vendergli Bilal anche per un'oncia
d'oro e Abu Bakr rispose: "avrei pagato anche un centinaio di once per
lui ". Naturalmente, con quell'affare Bilal fu libero. Perché era
abitudine di Abu Bakr Al-Siddiq (radhiAllahu 'anhu) comprare schiavi
Musulmani per liberarli.
Dopo la migrazione del Santo Profeta (pace su di lui) a Medina, e
quando l'istituzione dell'Adhan (chiamata alla preghiera) fu fondata,
Bilal fu il primo ad essere invitato dal Profeta a recitarlo. Più
tardi, alla data dell'entrata vittoriosa del Profeta Muhammad (pace su
di lui) a Mecca, e dopo la distruzione degli idoli dentro e intorno
alla Ka'aba, fu ancora una volta chiesto a Bilal di effettuare la
chiamata alla preghiera. Non stupisce quindi come questo ex-schiavo
Bilal sia diventato uno dei migliori tra i noti eroi della storia
islamica. Perché era 'Muezzin-ur-Rasool' - Il chiamante alla preghiera
del Messaggero di Dio.