Muhammad
nacque alla Mecca nel 570 d. C. (data presunta). La città della
Mecca, da tempi remoti, era diventata un importante centro commerciale
grazie al fatto che si trovava alla confluenza di una strada che andava
da nord a sud, dalla Palestina allo Yemen, e di strade che raggiungevano
l'Ovest e l'Est, la costa del Mar Rosso, da dove si potevano raggiungere
l'Etiopia e il Golfo Persico.
Sull'infanzia
di Muhammad non abbiamo notizie sicure e molte sono le leggende che
si sono formate successivamente. Tuttavia, su alcuni fatti, le fonti
più diverse coincidono. Il padre Abd Allah, che apparteneva alla
tribù dei Quraysh mori prima della sua nascita. Il piccolo Muhammad
venne dapprima affidato ad una nutrice che apparteneva ad un clan di
nomadi perché si rinvigorisse a contatto con l'aria pura del
diserto, come era costume a quell'epoca. La madre Amina morì
sulla strada di ritorno da un viaggio a Medina quando il Profeta aveva
appena sei anni. Il bambino fu accolto prima dal nonno paterno e poi
dallo zio Abd al-Muttalib, commerciante agiato, padre del futuro e illustre
califfo Alì. Malgrado l'amore dei suoi parenti si racconta che
il futuro Profeta fosse un ragazzo triste e serio. Muhammad a otto anni
divenne pastore, ma più tardi, quasi adolescente, chiese allo
zio, il permesso di abbandonare questa noiosa occupazione e di seguirlo
nei suoi viaggi in Irak e in Siria.
Divenne
un giovane mercante dall'onesta scrupolosa che disdegnava le ricchezze
materiali ed era sempre cordiale con tutti tanto da meritare all'unanimità
il soprannome di " Al Amin " (colui che è fidato). I suoi meriti
furono particolarmente apprezzati dalla ricca vedova Khadija che praticava
il commercio carovaniere in Siria, dove acquistava merce bizantina da
rivendere alla Mecca. Muhammad entrò al suo servizio e si incaricò
degli acquisti e successivamente accettò di sposarla . Il
matrimonio con Khadija liberò il futuro Profeta da ogni preoccupazione
materiale. Khadija aveva 15 anni più di lui, ma il profeta le
rimase fedele e riconoscente fino alla morte che avvenne nel 619 d.C.
Khadija, chiamata anche " la prima credente dell'Islam", ebbe un ruolo
importante nell'evoluzione del pensiero e della maturità del
suo sposo. Diede a Muhammad dei figli, ma sopravvissero solo quattro
femmine: Zaynab, Ruqayya, Fâtima e Umm Kulthum, i maschi morirono
tutti in tenera età. Muhammad adottò il giovane cugino
Alì, perché il padre si trovava in difficoltà economiche
e uno schiavo Zayd, regalatogli da Khadija, venne affrancato e adottato
come figlio. Verso i 35 anni Mohammad, inquieto e insoddisfatto della
vita quotidiana, abbandonò definitivamente ogni attività
commerciale per dedicarsi esclusivamente alla meditazione, rifugiandosi
spesso nella grotta del monte Hira vicino alla Mecca. La solitudine
in cui viveva era pressoché assoluta. I problemi che si poneva
quest'uomo dalla personalità eccezionale erano soprattutto di
natura religiosa.
I
Cristiani e gli Ebrei erano numerosi in Arabia
e la loro propaganda molto attiva. Muhammad venne successivamente accusato,
come ci rivela in modo indiscutibile il Corano
(Sura XVI, An-Nahl: Le Api, versetto 103) di ascoltare uomini che parlavano
una "lingua straniera" e che raccontavano le leggende degli antichi.
Giudei e Cristiani, gli parlavano dello stesso Dio, Allah, il Creatore
di tutto ciò che ci circonda. Questa visione del mondo era superiore
a quella del paganesimo arabo popolato da decine di piccoli dei spesso
in lotta tra di loro. Inoltre Dio aveva voluto far conoscere agli uomini
la sua volontà e più volte aveva inviato dei profeti per
diffondere la sua Rivelazione. Già Adamo aveva ricevuto il messaggio
e poi i patriarchi enumerati dagli Ebrei che non erano tutti giudei:
Noè era l'antenato di tutti gli uomini esistenti, Abramo, secondo
la storia di Ismaele e di Agar era l'antenato non soltanto degli Ebrei,
ma anche dei Saraceni.
Nessun
testo ci dice che cosa facesse e cercasse esattamente Muhammad nella
grotta del monte Hira. Certamente cercava la verità sulle cose
divine, turbato da tutto ciò che si diceva su Allah e le Sue
rivelazioni.
Dalle
montagne Muhammad sentiva delle voci e le sue notti erano abitate da
visioni poi ritornava a casa dove trovava la moglie che raccoglieva
con affetto le sue confidenze. Questa fase movimentata della sua vita
durò cinque anni fino al giorno in cui, meditando nella grotta
Hira senti all'improvviso una voce che gli parlava. Non sappiamo esattamente
l'ordine cronologico delle rivelazioni, conosciamo l'angoscia di Muhammad
quando le manifestazioni dell'aldilà cessavano per qualche tempo,
il suo terrore di essersi sbagliato, il timore di essere abbandonato
dal Dio. Infine una notte, secondo il racconto del Profeta l'Essere
Potente gli disse: " Leggi", passato lo stupore per ben due volte Muhammad
rispose all'Arcangelo Gabriele di essere analfabeta. Allora questi recitò
e fece recitare al nuovo Profeta quanto segue: "1 Leggi! In nome
del tuo Signore che ha creato, 2 ha creato l'uomo da un'aderenza. 3
Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, 4 Colui
che ha insegnato mediante il càlamo, 5 che ha insegnato all'uomo
quello che non sapeva. " (Sura numero 96, Al-'Alaq, L'Aderenza).
Questa Sura è la prima frase rivelata del Corano. Era la notte
del 27 del mese di Ramadan, notte che sarà chiamata la notte
del destino. Questa notte ne vale più di mille dirà un
passaggio posteriore del Corano. Tutti gli anni i musulmani aspettano
questa notte. Si era verso il 610 dell'era cristiana.
Muhammad
divenne il Profeta glorioso, incaricato da Dio di trasmettere il messaggio
liberatorio a tutti gli uomini. I cui contenuti non piacquero però
ai suoi concittadini e Muhammad rischiò persino di essere ucciso.
La cosmologia dell'Islam non solo condannava i costumi corrotti dei
ricchi mercanti arabi, ma insegnava che vi era un solo Dio. La nuova
religione minacciava alla base la società profondamente ingiusta
del tempo. I primi seguaci del Profeta furono, oltre a Khadija, il cugino
Alì e l'inseparabile amico Abou Baker che più tardi succederà
a Muhammad alla guida della Comunità dei Credenti. Poco a poco
le adesioni al piccolo gruppo dei Musulmani aumentarono. L'Islam fu
considerato, a ragione, dalla plutocrazia meccana un potente invito
alle rivendicazioni e alla protesta contro l'ordine stabilito. La nuova
religione predicata da Muhammad aveva in sè un contenuto rivoluzionario
più che riformatore e sconvolse profondamente sia le strutture
socio - economiche che la mentalità dei poveri come dei ricchi.
La rivelazione seguente non lasciò certamente indifferenti i
patrizi Coreisciti: "1 Guai ad ogni diffamatore maldicente, 2
che accumula ricchezze e le conta ; 3 pensa che la sua ricchezza
lo renderà immortale? 4 No, sarà certamente gettato
nella Voragine . 5 E chi mai ti farà comprendere cos'è
la Voragine ? 6 [E'] il Fuoco attizzato di Allah,7 che consuma
i cuori 8 Invero [si chiuderà] su di loro , 9 in estese
colonne. " (Sura 104, Al-Humaza, Il Diffamatore). Le persecuzioni
contro il gruppo dei Credenti in generale e contro il Profeta in particolare,
diventavano sempre più intollerabili. Questi, vedendosi abbandonato
dal suo stesso clan hascimita, nel 622 decise di fuggire a Yatrib (futura
Medina) con 80 discepoli. Prima di questa data per ben due volte Muhammad
si era incontrato segretamente con alcuni cittadini di Yatrib che si
convertirono all'Islam e gli giurarono fedeltà. A seguito di
questi incontri, la Comunità musulmana usciva dall'isolamento.
L'Islam in quanto dogma, legge e civiltà era nato. L'anno 622
diventa l'anno uno dell'era musulmana chiamato Hejira che significa
letteralmente "espatrio". La Città di Yatrib fu chiamata Madinet
Annabi "Città del Profeta". La prima preoccupazione di Muhammad
fu quella di fondere in una sola Comunità gli emigrati della
Mecca e gli alleati di Medina. Cercò anche senza successo di
integrare gli Ebrei che erano abbastanza numerosi e organizzati. Fu
formulato un testo scritto, conosciuto sotto il nome di Costituzione
di Medina. Questa costituzione fu la prima del genere al mondo e comprende
una cinquantina di articoli che riguardano l'amministrazione, la giustizia,
la difesa ecc. . . E necessario precisare che questo testo non fu imposto
dal Profeta, ma fu concepito collettivamente sotto la sua presidenza,
in presenza persino dei rappresentanti degli Arabi ancora pagani.
L'Islam
contrariamente al paganesimo si rivolge a tutte le collettività
della terra attraverso un'unità spirituale. Dopo la celebre battaglia
di Badr, ci fu quella di Ohod in cui il Profeta fu ferito, ma i meccani
indeboliti e sconcertati, avevano accettato il fatto compiuto. Nel 628
firmarono con i Musulmani un armistizio che permise al Profeta di ritornare
nella sua città natale. Molte tribù fino allora relativamente
neutrali abbracciarono la nuova religione. Nel 630 Muhammed entrò
trionfalmente alla Mecca alla testa dei suoi seguaci. Rivolgendosi alla
folla Muhammad dichiarò: " La sola aristocrazia sarà ormai
quella della pietà ".
nacque alla Mecca nel 570 d. C. (data presunta). La città della
Mecca, da tempi remoti, era diventata un importante centro commerciale
grazie al fatto che si trovava alla confluenza di una strada che andava
da nord a sud, dalla Palestina allo Yemen, e di strade che raggiungevano
l'Ovest e l'Est, la costa del Mar Rosso, da dove si potevano raggiungere
l'Etiopia e il Golfo Persico.
Sull'infanzia
di Muhammad non abbiamo notizie sicure e molte sono le leggende che
si sono formate successivamente. Tuttavia, su alcuni fatti, le fonti
più diverse coincidono. Il padre Abd Allah, che apparteneva alla
tribù dei Quraysh mori prima della sua nascita. Il piccolo Muhammad
venne dapprima affidato ad una nutrice che apparteneva ad un clan di
nomadi perché si rinvigorisse a contatto con l'aria pura del
diserto, come era costume a quell'epoca. La madre Amina morì
sulla strada di ritorno da un viaggio a Medina quando il Profeta aveva
appena sei anni. Il bambino fu accolto prima dal nonno paterno e poi
dallo zio Abd al-Muttalib, commerciante agiato, padre del futuro e illustre
califfo Alì. Malgrado l'amore dei suoi parenti si racconta che
il futuro Profeta fosse un ragazzo triste e serio. Muhammad a otto anni
divenne pastore, ma più tardi, quasi adolescente, chiese allo
zio, il permesso di abbandonare questa noiosa occupazione e di seguirlo
nei suoi viaggi in Irak e in Siria.
Divenne
un giovane mercante dall'onesta scrupolosa che disdegnava le ricchezze
materiali ed era sempre cordiale con tutti tanto da meritare all'unanimità
il soprannome di " Al Amin " (colui che è fidato). I suoi meriti
furono particolarmente apprezzati dalla ricca vedova Khadija che praticava
il commercio carovaniere in Siria, dove acquistava merce bizantina da
rivendere alla Mecca. Muhammad entrò al suo servizio e si incaricò
degli acquisti e successivamente accettò di sposarla . Il
matrimonio con Khadija liberò il futuro Profeta da ogni preoccupazione
materiale. Khadija aveva 15 anni più di lui, ma il profeta le
rimase fedele e riconoscente fino alla morte che avvenne nel 619 d.C.
Khadija, chiamata anche " la prima credente dell'Islam", ebbe un ruolo
importante nell'evoluzione del pensiero e della maturità del
suo sposo. Diede a Muhammad dei figli, ma sopravvissero solo quattro
femmine: Zaynab, Ruqayya, Fâtima e Umm Kulthum, i maschi morirono
tutti in tenera età. Muhammad adottò il giovane cugino
Alì, perché il padre si trovava in difficoltà economiche
e uno schiavo Zayd, regalatogli da Khadija, venne affrancato e adottato
come figlio. Verso i 35 anni Mohammad, inquieto e insoddisfatto della
vita quotidiana, abbandonò definitivamente ogni attività
commerciale per dedicarsi esclusivamente alla meditazione, rifugiandosi
spesso nella grotta del monte Hira vicino alla Mecca. La solitudine
in cui viveva era pressoché assoluta. I problemi che si poneva
quest'uomo dalla personalità eccezionale erano soprattutto di
natura religiosa.
I
Cristiani e gli Ebrei erano numerosi in Arabia
e la loro propaganda molto attiva. Muhammad venne successivamente accusato,
come ci rivela in modo indiscutibile il Corano
(Sura XVI, An-Nahl: Le Api, versetto 103) di ascoltare uomini che parlavano
una "lingua straniera" e che raccontavano le leggende degli antichi.
Giudei e Cristiani, gli parlavano dello stesso Dio, Allah, il Creatore
di tutto ciò che ci circonda. Questa visione del mondo era superiore
a quella del paganesimo arabo popolato da decine di piccoli dei spesso
in lotta tra di loro. Inoltre Dio aveva voluto far conoscere agli uomini
la sua volontà e più volte aveva inviato dei profeti per
diffondere la sua Rivelazione. Già Adamo aveva ricevuto il messaggio
e poi i patriarchi enumerati dagli Ebrei che non erano tutti giudei:
Noè era l'antenato di tutti gli uomini esistenti, Abramo, secondo
la storia di Ismaele e di Agar era l'antenato non soltanto degli Ebrei,
ma anche dei Saraceni.
Nessun
testo ci dice che cosa facesse e cercasse esattamente Muhammad nella
grotta del monte Hira. Certamente cercava la verità sulle cose
divine, turbato da tutto ciò che si diceva su Allah e le Sue
rivelazioni.
Dalle
montagne Muhammad sentiva delle voci e le sue notti erano abitate da
visioni poi ritornava a casa dove trovava la moglie che raccoglieva
con affetto le sue confidenze. Questa fase movimentata della sua vita
durò cinque anni fino al giorno in cui, meditando nella grotta
Hira senti all'improvviso una voce che gli parlava. Non sappiamo esattamente
l'ordine cronologico delle rivelazioni, conosciamo l'angoscia di Muhammad
quando le manifestazioni dell'aldilà cessavano per qualche tempo,
il suo terrore di essersi sbagliato, il timore di essere abbandonato
dal Dio. Infine una notte, secondo il racconto del Profeta l'Essere
Potente gli disse: " Leggi", passato lo stupore per ben due volte Muhammad
rispose all'Arcangelo Gabriele di essere analfabeta. Allora questi recitò
e fece recitare al nuovo Profeta quanto segue: "1 Leggi! In nome
del tuo Signore che ha creato, 2 ha creato l'uomo da un'aderenza. 3
Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, 4 Colui
che ha insegnato mediante il càlamo, 5 che ha insegnato all'uomo
quello che non sapeva. " (Sura numero 96, Al-'Alaq, L'Aderenza).
Questa Sura è la prima frase rivelata del Corano. Era la notte
del 27 del mese di Ramadan, notte che sarà chiamata la notte
del destino. Questa notte ne vale più di mille dirà un
passaggio posteriore del Corano. Tutti gli anni i musulmani aspettano
questa notte. Si era verso il 610 dell'era cristiana.
Muhammad
divenne il Profeta glorioso, incaricato da Dio di trasmettere il messaggio
liberatorio a tutti gli uomini. I cui contenuti non piacquero però
ai suoi concittadini e Muhammad rischiò persino di essere ucciso.
La cosmologia dell'Islam non solo condannava i costumi corrotti dei
ricchi mercanti arabi, ma insegnava che vi era un solo Dio. La nuova
religione minacciava alla base la società profondamente ingiusta
del tempo. I primi seguaci del Profeta furono, oltre a Khadija, il cugino
Alì e l'inseparabile amico Abou Baker che più tardi succederà
a Muhammad alla guida della Comunità dei Credenti. Poco a poco
le adesioni al piccolo gruppo dei Musulmani aumentarono. L'Islam fu
considerato, a ragione, dalla plutocrazia meccana un potente invito
alle rivendicazioni e alla protesta contro l'ordine stabilito. La nuova
religione predicata da Muhammad aveva in sè un contenuto rivoluzionario
più che riformatore e sconvolse profondamente sia le strutture
socio - economiche che la mentalità dei poveri come dei ricchi.
La rivelazione seguente non lasciò certamente indifferenti i
patrizi Coreisciti: "1 Guai ad ogni diffamatore maldicente, 2
che accumula ricchezze e le conta ; 3 pensa che la sua ricchezza
lo renderà immortale? 4 No, sarà certamente gettato
nella Voragine . 5 E chi mai ti farà comprendere cos'è
la Voragine ? 6 [E'] il Fuoco attizzato di Allah,7 che consuma
i cuori 8 Invero [si chiuderà] su di loro , 9 in estese
colonne. " (Sura 104, Al-Humaza, Il Diffamatore). Le persecuzioni
contro il gruppo dei Credenti in generale e contro il Profeta in particolare,
diventavano sempre più intollerabili. Questi, vedendosi abbandonato
dal suo stesso clan hascimita, nel 622 decise di fuggire a Yatrib (futura
Medina) con 80 discepoli. Prima di questa data per ben due volte Muhammad
si era incontrato segretamente con alcuni cittadini di Yatrib che si
convertirono all'Islam e gli giurarono fedeltà. A seguito di
questi incontri, la Comunità musulmana usciva dall'isolamento.
L'Islam in quanto dogma, legge e civiltà era nato. L'anno 622
diventa l'anno uno dell'era musulmana chiamato Hejira che significa
letteralmente "espatrio". La Città di Yatrib fu chiamata Madinet
Annabi "Città del Profeta". La prima preoccupazione di Muhammad
fu quella di fondere in una sola Comunità gli emigrati della
Mecca e gli alleati di Medina. Cercò anche senza successo di
integrare gli Ebrei che erano abbastanza numerosi e organizzati. Fu
formulato un testo scritto, conosciuto sotto il nome di Costituzione
di Medina. Questa costituzione fu la prima del genere al mondo e comprende
una cinquantina di articoli che riguardano l'amministrazione, la giustizia,
la difesa ecc. . . E necessario precisare che questo testo non fu imposto
dal Profeta, ma fu concepito collettivamente sotto la sua presidenza,
in presenza persino dei rappresentanti degli Arabi ancora pagani.
L'Islam
contrariamente al paganesimo si rivolge a tutte le collettività
della terra attraverso un'unità spirituale. Dopo la celebre battaglia
di Badr, ci fu quella di Ohod in cui il Profeta fu ferito, ma i meccani
indeboliti e sconcertati, avevano accettato il fatto compiuto. Nel 628
firmarono con i Musulmani un armistizio che permise al Profeta di ritornare
nella sua città natale. Molte tribù fino allora relativamente
neutrali abbracciarono la nuova religione. Nel 630 Muhammed entrò
trionfalmente alla Mecca alla testa dei suoi seguaci. Rivolgendosi alla
folla Muhammad dichiarò: " La sola aristocrazia sarà ormai
quella della pietà ".