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Il digiuno è assenza, distacco da ciò che ci piace Aya10
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    Il digiuno è assenza, distacco da ciò che ci piace

    الحلاجي محمد
    الحلاجي محمد
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    religion Il digiuno è assenza, distacco da ciò che ci piace

    مُساهمة من طرف الحلاجي محمد الثلاثاء 24 أغسطس - 1:29:04

    Nelle fonti della religione islamica, troviamo l’indicazione di diversi tipi di digiuno, alcuni hanno uno scopo penitenziale, di riparazione delle colpe: “Chi involontariamente uccida un credente, affranchi uno schiavo credente…. E chi non ne ha i mezzi digiuni due mesi consecutivi per dimostrare il pentimento davanti ad Allah”(IV,92), oppure per un mancato giuramento (V,89), uccisione di selvaggina in stato di sacralizzazione (V,95), o divorzio dichiarato troppo frettolosamente… Sappiamo inoltre che il Profeta (*)faceva digiuni volontari, tra cui quello di Ashura, in concomitanza con quello degli ebrei di Medina che celebravano la vittoria di Mosè sul Faraone, digiuno che anzi fu obbligatorio nel periodo in cui non era ancora rivelato quello di Ramadan.Il digiuno principale però è quello del mese di Ramadan, digiuno
    rituale, che costituisce il quarto pilastro della religione islamica, nei versetti che lo istituiscono ci viene indicata subito, come sua prima caratteristica, quella di essere in continuità con le precedenti
    tradizioni religiose:”Oh, voi che credete, vi è prescritto il digiuno, come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto”.(II,183) Con ciò è ricordato il legame dell’islam con le altre rivelazioni, in un rapporto che non è di totale assorbimento, infatti è anche detto “…Se Dio avesse voluto avrebbe fatto di voi un’unica comunità”, vi ha voluto provare invece con quel che vi ha dato…”(V,48) ma di Conferma e Discrimine. Vengono inoltre precisati i modi, i tempi e i significati del digiuno, fissati nel Corano stesso:“E’ nel mese di Ramadân che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l'inizio] digiuni . E chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni. Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato. Forse sarete
    riconoscenti
    !” (II,185) Il digiuno di Ramadan ha certo anche un aspetto di purificazione, come ci indicano molti hadith, ma quello principale, secondo i versetti coranici è di “conoscenza divina”, preparazione alla rivelazione di Dio”è detto infatti : “E’ nel mese di Ramadan abbiamo fatto scendere il Corano, guida… e proclamiate la grandezza di Allah che vi ha guidato… ”.La memoria che viene attualizzata mediante il digiuno rituale, non è quella della vittoria in una battaglia, o di un altro avvenimento storico, ma della rivelazione coranica, che costituisce il segno più grande della Misericordia di Dio e realizzazione finale della promessa fatta ad Adamo, pace su di lui: “…Se mai vi giungerà una guida da parte Mia, coloro che la seguiranno non avranno nulla da temere e non saranno afflitti” (II,38) Il digiuno quindi qui assume il significato di preparazione alla manifestazione divina, mediante la partecipazione al digiuno del Ramadan noi entriamo in contatto con questo evento, ogni ritualità infatti non solo ci ripropone intellettualmente una conoscenza ma ci dà modo di riviverla, ci mette a stretto contatto con essa. Infatti la tradizione musulmana, attraverso i secoli non ha mai mancato di sottolineare questo significato, soprattutto ciò è evidente nella ricerca della notte del Destino, “Laylat al-Qadr), la notte in cui si celebra in modo speciale la rivelazione del Corano, come è detto anche nella sura XLIV: “ Per il libro esplicito: Lo abbiamo fatto scendere in una notte benedetta, in verità siamo Noi ad ammonire…. Siamo noi ad inviare i (messaggeri) (segni della) misericordia del tuo Signore… ma quella gente invece dubita e scherza!
    Questo carattere preminente del digiuno di Ramadan come dono di Dio, della Sua parola, della Sua Guida, spiega forse la grande letizia che anima il popolo musulmano durante questo mese. Il digiuno si accompagna ad una più intensa preghiera, nelle molteplici rakat compiute nelle
    notti in moschea, ad una più profonda attenzione verso gli altri, sia nei termini di evitare ogni gesto cattivo, pensiero e giudizio, sia nell’aiuto fraterno e sollecitudine verso i più poveri. Infatti Anas
    riferisce che il Messaggero di Allah, pace e benedizione su di lui, disse: “Ci sono cinque cose che rompono il digiuno; la menzogna, la maldicenza, raccontare delle frottole, giurare il falso, la cupidigia e
    gli occhi concupiscenti
    .” E ancora avverte il Profeta : “Molti ricevono dal digiuno niente altro che fame e sete.” Digiunare significa anche perdonare le offese: “”Se qualcuno discute con un altro e lo insulta, dica il secondo: Sto digiunando, sto digiunando.”(hadith). La sollecitudine verso i poveri poi entra nel Ramadan come elemento costitutivo, infatti è prevista la raccolta di una tassa fissata in misura stabile, per aiutare i poveri (zakat), vengono allestite mense per chi ha difficoltà a mangiare a casa propria…
    Forse diverrete timorati… recita il versetto citato all’inizio, rivelazione del Corano e digiuno di Ramadan hanno lo stesso scopo, ecco chi sono i timorati: “La carità non consiste nel volgere i volti verso l’Oriente e l’Occidente, ma nel credere in Allah e nell’Ultimo Giorno, negli angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l’orazione e pagare la decima.
    Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati.
    (II,177).
    Il digiuno dunque è assenza, distacco da ciò che ci piace e necessario in questo mondo per aprirci a quella Presenza che ci abita silenziosamente e pervade l’universo, verso L’Altro e l’aldilà. “La delizia di colui che digiuna consiste nel suo attaccamento al grado di negazione della somiglianza”, dice ‘Ibn Arabi. Come per Abramo, la rivelazione dell’Uno avviene attraverso la negazione del conosciuto, il suo tramonto. E’ in questo gioco di anticipazioni e attesa del Di Più, che si gioca il digiuno di Ramadan, con il suo ritmo profondamente umano, di astensione dal cibo e ritrovarsi al tramonto e prima dell’alba con ciò che ci è caro ed indispensabile al vivere: “Fate il suhur(colazione prima dell’alba), disse l’Inviato di Allah, ché c’è in esso una benedizione”, luci e ombre, gustare e astenersi si alternano sapientemente per condurci verso la Luce che non muore.

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