Il digiuno di carattere obbligatorio ed il digiuno spirituale
BismiLlàhi ar-Rahmnàni ar-Ràhìm
wa-ssalàtu wa-ssalàmu ‘alà Sayyidinà Muhammd wa ‘alà ‘alihi wa sahbihi wa sallam
Cari e Nobili Fratelli e Sorelle in Allàh, che la pace sia tutti con voi
Auguri di Ramadan Karim a tutti.
Siamo entrati nel Nobile e Generoso Mese di Ramadan Karim, colmo di
Grazie e Benedizioni Divine, al hamdu li-Llàh. Lo Shaykh ‘Abd al-Qàdir
al-Jilànì (che Allàh sia soddisfatto di lui) ha scritto delle belle ed
elevate parole sul “digiuno”, con le quali attira l’attenzione sul “digiuno spirituale“ cosa
molto più difficile da farsi del normale digiuno fatto con il solo
corpo fisico. Ho pensato perciò che potesse essere utile per tutti noi
rileggere assieme queste parole in questo Mese Benedetto con l’augurio
che esse siano di beneficio per tutti noi in sha Allàh.
Assalamu ‘alaykum
Umar A.F.
“Il digiuno di carattere obbigatorio ed il digiuno spirituale”
(di Abd al-Qàdir al Jìlànì- Cap. 17 del libro – Il Segreto dei Segreti – Ed. l’Ottava)
Il digiuno prescritto dalla Legge (sawm al-sharì’a) consiste nell’astensione dal mangiare, dal bere e dalle relazioni sessuali dall’alba al tramonto, mentre quello spirituale (sawm al-tarìqa)
richiede che si trattengano tutti i sensi ed i pensieri dall’accostarsi
a ciò che è illecito. Esso ha in vista l’abbandono, sia interiore che
esteriore, di tutto ciò che non ha armonia e la minima incrinatura di
tale intenzione rompe il digiuno. Il digiuno prescritto dalla Legge è
circoscritto nel tempo, mentre quello spirituale è ininterrotto e
permane sia nella vita temporale che in quella eterna.
Il Profeta – le benedizioni e la pace su di lui – ha detto: «Vi sono
molti di coloro che digiunano che non ottengono, dal loro sforzo, che
fame e sete, senza altro beneficio. » Vi sono anche coloro che rompono
il digiuno quando mangiano e quelli il cui digiuno continua nonostante
abbiano assunto del cibo. Questi ultimi sono coloro che mantengono sensi
e pensieri liberi dal male mentre le loro mani e le loro lingue non
ingiuriano gli altri. E’ a questi che è stata indirizzata la promessa
divina: « II digiuno è Mio, e sono Io che ne do la ricompensa. »
Sulle due forme di digiuno il Profeta – le benedizioni e la pace su di lui – ha detto:
«Colui che digiuna ha due soddisfazioni: la prima è quando rompe il suo digiuno alla fine del giorno, l’altra è quando vede».
Coloro che conoscono l’aspetto esteriore della religione dicono che la
prima soddisfazione di colui che digiuna è data dal piacere di mangiare
dopo un giorno di digiuno, e che con « quando vede » s’intende la
soddisfazione di colui che ha digiunato per tutto il mese di Ramadàn e
vede la luna nuova che segna la fine del digiuno e l’inizio delle
celebrazioni della Festa. Coloro che conoscono il significato del
digiuno affermano invece che la gioia del rompere il digiuno si ha il
giorno in cui il credente entrerà nel Paradiso e parteciperà alle sue
delizie, e che il significato della gioia maggiore del vedere avverrà
quando il credente vedrà la Verità divina con l’occhio segreto del suo cuore .
Più eccellente ancora di queste due specie di digiuno e il digiuno della Verità (sawm al-haqìqa), che
consiste nel prevenire il cuore dall’amare qualche cosa che non sia
Allàh. Questo digiuno si attua rendendo l’occhio del cuore cieco a tutto
quel che esiste, perfino ai mondi nascosti al di la di questo nostro
mondo, ad esclusione dell’amore per Allàh.
Poiché anche se l’Altissimo ha creato tutto per l’uomo, ha nondimeno
creato l’uomo per Sé, ed ha detto: «L’Uomo è il Mio segreto ed Io sono
il suo segreto». Quel segreto è una luce che procede dalla Luce divina
di Allàh. E’ il centro del cuore, fatto della più sottile sostanza; è lo
spirito che conosce tutte le verità nascoste; il legame segreto tra il
creato ed il suo Creatore. Quel segreto non ama ne è incline ad altro
che Allàh.
Non vi è nulla che valga la pena d’essere ambito, nessun
fine, nessun oggetto d’amore in questo mondo o nell’altro, tranne Allàh.
Se un atomo di qualcosa che non sia l’amore per Lui entra nel
cuore, il digiuno della Verità, il vero digiuno, è rotto. Allora l’uomo
deve rifarlo, vivificando quell’aspirazione ed intenzione sublimi,
ritornando all’amore di Lui, qui e nell’Aldilà, poiché l’Altissimo ha
detto: « II digiuno è Mio, e sono Io che ne do la ricompensa”.