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Sura Al-Fâtiha secondo versetto Aya10
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    Sura Al-Fâtiha secondo versetto

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    Filipe
    che Allah lo protegga
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    Sura Al-Fâtiha secondo versetto Empty Sura Al-Fâtiha secondo versetto

    مُساهمة من طرف Filipe الثلاثاء 16 نوفمبر - 22:18:01

    Il titolo delle sure costituisce una chiave di interpretazione delle stesse e una sintesi del loro contenuto, la sura Al-Fâtiha, nel suo significato di apertura, dunque, vuol dire ciò che apre a Dio, e ciò che è detto in essa è l’inizio, le basi della comprensione di Lui e del corretto atteggiamento del credente. Abbiamo visto come le prime parole che incontriamo nella basmala dirigano la nostra fede verso il Dio ineffabile, diverso da ciò che è in nostro potere definire, che però subito si qualifica come il Rahmâni, il Rahîm, c’è come un progressivo aprirsi all’uomo, se Allah rimane al di là della nostra comprensione e ar-Rahmân, è riservato solo a Lui, ar-Rahîm ha diffuso la rahma nella creazione e le creature partecipano a questa realtà, per grazia Sua. L’essere umano ne viene confortato e la fede ora non si dirige solo verso il mistero “ghayb”, ma trova parole che il cuore e la mente riconoscono… Il Dio che si rivela nell’islam è il Dio trascendente che svela all’uomo il Suo Essere Misericordioso.
    Davanti a tale conoscenza l’uomo non può che rispondere con la lode, e per questo le parole che seguono subito dopo sono: al-hamdu li-llahi rabbi l-âlamin (La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi). Se l’uomo davanti alla divinità viene colto da ‘timore e fascinazione’1, davanti a Colui che è Ar-Rahmâni, Ar-Rahîm nasce la lode.
    Tra i sapienti musulmani ci sono diverse interpretazioni di questo termine (al-hamdu), in particolare si parla del rapporto e della differenza con il ringraziamento (al-shukr). Per alcuni i due termini si identificano, per altri il primo ha un significato più generale del secondo ed è rivolto alle qualità di Colui a cui viene dedicata, mentre il ringraziare è puntuale, in risposta ad un beneficio ricevuto. Secondo quanto riportato da Al-Bâydawî, il Profeta avrebbe detto: “La lode è il fondamento e il principio del ringraziamento (ra’su-sh-shukr), chi non loda Dio in realtà non Lo ringrazia.”
    La lode esprime una certezza senza dubbi, una fiducia completa, mentre il ringraziamento può essere rivolto anche ad uno che non ci piace fino in fondo, ma che ci ha fatto una cosa buona o utile. Ancora la lode nasce dal profondo dell’essere, è un atto radicale, o è completamente falsa, come le lodi rivolte ai potenti per interesse, o è profondamente autentica ed il cuore vi è implicato. Si loda sinceramente quando si ama, quando si ama si desidera lodare, la lode appartiene al linguaggio dell’amore: “Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, o tu, la più bella fra le donne? Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, perché così ci scongiuri? Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e mille. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua; i suoi denti bagnati nel latte, posti in un castone. Le sue guance, come aiuole di balsamo, aiuole di erbe profumate; le sue labbra sono gigli, che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di gemme di Tarsis.Questo è il mio diletto, questo è il mio amico, o figlie di Gerusalemme.”2

    Legame tra lode e amore, per questo Dio stesso non ama niente di più della lode, come dicono questi hadith profetici: “La calma viene da Dio, ma la fretta viene dal demonio. Non v’è nulla che più di Dio accetti il discolparsi, e non v’è nulla che più Dio ami più della lode.”(Anas)
    ‘Umar (rivolgensosi ad ‘Alî e altri che erano con lui) disse: “Abbiamo compreso lâ ilâha illâ Allah e anche subhâna Allah, ma cos’è al-hamdu li-llah? ‘Alî gli rispose: “E’ un’espressione che Dio desidera e ama per Sè”
    La lode rivolta a Dio è assoluta, per questo si usa con l’articolo determinativo, riservata all’Unico che ne è degno, molte volte infatti nei versetti coranici Allah viene chiamato (Al- Hamîd) “Il Degno di lode” Egli è Colui Che fa scendere la pioggia, quando già se ne dispe ra; così diffonde la Sua misericordia. È il Patrono, il Degno di lode . (XLII,28)

    Anche nella tradizione cristiana è presente il tema della lode a Dio:“Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano,et nullu homo ène dignu te mentovare.”

    E così nel testo biblico: “Lodate il SIGNORE dai cieli; lodatelo nei luoghi altissimi. Lodatelo, voi tutti i suoi angeli; lodatelo, voi tutti i suoi eserciti! Lodatelo, sole e luna; lodatelo voi tutte, stelle lucenti! Lodatelo, cieli dei cieli,e voi acque al di sopra dei cieli!Tutte queste cose lodino il nome del SIGNORE, perch’egli comandò, e furono create; ed egli le ha stabilite in eterno;ha dato loro una legge che non sarà trasgredita. Lodate il SIGNORE dal fondo della terra,voi mostri marini e oceani tutti, fuoco e grandine, neve e nebbia, vento impetuoso che esegui i suoi ordini; monti e colli tutti, alberi fruttiferi e cedri tutti; animali selvatici e domestici, rettili e uccelli; re della terra e popoli tutti, prìncipi e giudici della terra; giovani e fanciulle,vecchi e bambini! Lodino il nome del SIGNORE perché solo il suo nome è esaltato; la sua maestà è al di sopra della terra e del cielo… (Sl.148)
    La lode proviene dall’essere non dalla pura razionalità, per questo ha una dimensione cosmica, non è solo umana:
    I sette cieli e la terra e tutto ciò che in essi si trova Lo glorificano, non c’è nulla che non Lo glorifichi, lodandoLo, ma voi non percepite la loro lode. Egli è indulgente, perdonatore.” (XVII,44)

    La lode non finisce in questa vita, come pure l’amore per Dio:
    In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso. Lode ad Allah, Colui cui appartiene tutto quel che è nei cieli e sulla terra. Lode a Lui nell’altra vita, Egli è il Saggio, il Ben Informato, conosce quello che penetra nella terra e quel che ne esce, quel che scende dal cielo e quel che vi ascende. Egli è il Misericordioso, il Perdonatore (XXXIV,1-2)

    -Signore dei mondi (rabbî l-âlamîn)

    La lode che sgorga davanti alla rivelazione del Rahmani Rahim, si accompagna al riconoscimento della Sua Signoria sull’esistente. E’ qui richiamata la grandezza del Creatore di cui dobbiamo sempre aver coscienza e che ci dà la misura della gratuità del volgersi di Dio verso di noi. La rahma di Allah è libera da ogni costrizione, legata alla sovrabbondanza dell’amore e non ad un bisogno, come può succedere a noi, Egli è Ar-Rabb, il Signore che non abbisogna di nulla. La parola Rabb deriva etimologicamente dalla radice r-b-b, che ha tre significati principali: ‘essere signore, capo’; ‘esercitare un potere’, possedere, essere proprietario; e anche ‘educare’. Ar-Rabb (il Signore) si usa solo per Dio, quando si rivolge a degli uomini si usa una specificazione, come ad esempio padrone di casa (rabbu-d-dâr). Il Profeta,la preghiera e la pace divine siano su di lui, disse: “Nessuno dica di una persona è il mio Signore (rabb), piuttosto dica è il mio sayyid (signore nel senso di capo), oppure è il mio patrono (mâwla).”

    Nei versetti coranici la parola Signore si trova associata a tutti questi significati, Allah è Ar-rabb perché è colui che ha creato il mondo e quindi a Lui appartiene con ogni creatura e ancora è Ar-Rabb, perché è Lui che dirige la storia e il Destino degli uomini, infine è Ar-rabb perché è Colui che alleva ed educa e forma con dolcezza le sue creature, dando loro i beni della sussistenza e istruendole nella retta via.
    Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l’uomo da un’aderenza. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui Che ha insegnato mediante il calamo, che ha insegnato all’uomo quello che non sapeva. (XCVI,1-5)

    Di’: “Vorreste forse rinnegare Colui Che in due giorni ha creato la terra [e vorreste] attribuirGli consimili? Egli è il Signore dei mondi. Ha infisso [sulla terra] le montagne, l’ ha benedetta e in quattro giorni di uguale durata ha distribuito gli alimenti”; [questa è la risposta] a coloro che interrogano. Poi si rivolse al cielo che era fumo e disse a quello e alla terra: “Venite entrambi, per amore o per forza”. Risposero: “Veniamo obbedienti!”.
    (XLI,9-10)
    Invocò il suo Signore: “Sono sopraffatto: fa’ trionfare la Tua causa” . Spalancammo le porte del cielo ad un’acqua torrenziale, e da tutta la terra scaturirono sorgenti e le acque si mescolarono in un ordine prestabilito. E lo portammo su [quella fatta di] tavole e chiodi.” (LIV,10-13)
    In verità il vostro Signore è dolce, misericordioso. E [vi ha dato] i cavalli, i muli e gli asini, perché li montiate e per ornamento. E crea cose che voi non conoscete. Guidarvi sulla retta via è prerogativa di Allah, poiché altre [vie] se ne allontanano. Se volesse vi guiderebbe tutti. Egli è Colui Che ha fatto scendere l’acqua dal cielo, bevanda per voi ed erba pei pascoli.” (XVI,7-10)
    Ti sceglierà così il tuo Signore e ti insegnerà l’interpretazione dei sogni e completerà la Sua grazia su di te e sulla famiglia di Giacobbe, come già prima di te, la completò sui tuoi due avi, Abramo e Isacco. In verità, il tuo Signore è sapiente e saggio”.” (XII,6)

    La parola Ar-rabbsi accompagna qui e in altri versetti ad âlamin (mondi). Esso è il plurale di âlam, etimologicamente deriva dalla radice ‘-l-m, che racchiude una molteplicità di termini riconducibili al concetto di ’sapere’ e ‘conoscere’. Anche il termine ‘alâma’ (segno) è derivato da questa radice. La conoscenza è una forma di possesso, solo Dio la detiene perfettamente.
    Per alcuni commentatori âlamin significa tutto l’esistente, conosciuto o sconosciuto, per altri gli esseri intelligenti come gli angeli, i jinn e gli uomini In base al significato che etimologico che lo lega al conoscere). Zayd ben Aslam e Abu Muhaysan dicono: “Per âlam si intende tutto ciò che è dotato di spirito (rûh) palpitante”.
    Il numero dei mondi varia molto nei commenti degli esegeti, mi sembra appropriata la considerazione di Ka’b Al Ahbâr che disse: “Il numero dei mondi non lo conosce altri che Dio, Potente ed Eccelso.” La parola usata al plurale ci indica sicuramente la molteplicità che contrassegna la creazione, e non c’è spiegazione più bella di quella che dà il Corano stesso:
    Disse Faraone: “E chi è questo Signore dei mondi?”. Rispose: “Il Signore dei cieli e della terra e di ciò che vi è tra essi. Se solo poteste esserne convinti!”. (XXVI,23-24)

      الوقت/التاريخ الآن هو الجمعة 15 نوفمبر - 6:56:40