Il Ramadan
Il mese di Ramadan è il nono del calendario islamico, reso doppiamente sacro dall’Islàm per il fatto che è:
"Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza" (Sura II, v. 185).
Il
digiuno, durante il sacro mese di Ramadan, è atto basilare di culto,
obbligatorio per tutti i musulmani tranne che per alcune categorie di
persone.
Per legge sono esenti dal digiuno i minorenni, i vecchi, i
malati di mente, i malati cronici, i viaggiatori, le donne in stato di
gravidanza o che allattano, le persone in età avanzata, nel caso che il
digiuno possa comportare un rischio per loro. E proibito alle donne
musulmane mestruale e in puerperio.
La legge ammette e raccomanda anche il digiuno volontario, in determinati giorni dell’anno.
Il Corano stabilisce l'obbligo del digiuno:
"
O voi che credete! Vi è prescritto il digiuno, come fu prescritto a
coloro che furono prima di voi, nella speranza che voi possiate
divenire timorati di Dio." (sura II, v.183)
«Credenti!
vi è stato prescritto il digiuno come è stato prescritto a coloro che
son venuti prima di voi e può esser che siate timorati per giorni
contati- e chi di voi sia malato, o sia in viaggio, lo faccia per un
numero corrispondente di altri giorni e per coloro che potevano farlo
c’è un riscatto: il nutrimento di un povero; e chi fa di sua scelta di
meglio, ciò è meglio per lui: che digiuniate è meglio per voi se
sapeste! E' il mese di Ramadan nel quale fu fatto scendere il
Corano a guida per gli uomini e chiare evidenze della Guida e
discriminante definitiva; chi di voi attesti direttamente il mese vi
digiuni e per chi sia malato od in viaggio, vi sia un numero
corrispondente di altri giorni Iddio vuole per voi quel che vi è facile
non vuole per voi quel che vi è duro, e ne completiate il numero e
magnifichiate Iddio per avervi dato la Guida, e può darsi siate
riconoscenti»".
Si tratta di un mese di purificazione, ricco di grazie, e durante il quale, in una delle sue ultime notti dispari, detta Lailatu l-Qadr (notte del destino), le porte del cielo sono più dischiuse.
L’Inviato di Dio disse:
«Quando arriva il Ramadan vengono aperte le porte del Paradiso, e chiuse quelle del Fuoco, e i demoni vengono legati».
L’Inviato di Dio disse:
«Iddio
Potente e Glorioso ha detto: “Ogni azione del figlio di Adamo gli
appartiene, eccetto il digiuno, che appartiene a Me, ed Io ne dò
ricompensa; il digiuno è un’armatura, e quando sia giorno di digiuno
per uno di voi, non nutra propositi osceni né vociferi, e se qualcuno
lo ingiuria o lo combatte, dica: 'Sto digiunando'; e per Colui nella
Cui Mano è l’anima di Muhammad, l’alito cattivo che promana dalla bocca
di colui che sta digiunando è migliore davanti a Dio del profumo del
muschio. Chi digiuna ha due motivi di cui rallegrarsi: si rallegra
quando lo rompe, e si rallegrerà del digiuno fatto quando incontrerà il
suo Signore».
L’Inviato di Dio disse:
«Non
vi è servo che digiuni un giorno sulla via di Dio, senza che per quel
giorno Iddio gli tenga lontano il volto dal Fuoco per settanta annate».
Il
digiuno dura dalle prime luci dell'alba fino al tramonto; in genere va
fatto precedere da un pasto leggero poco prima dell'aurora, detto suhur,
per poter affrontare la giornata. Consiste non soltanto nell'astensione
da ogni cibo e bevanda, ma anche da qualsiasi contatto sessuale e da
ogni altro cattivo pensiero o azione, durante l'intera giornata fino al
tramonto. Non bisogna litigare, né mentire né calunniare.
Nella
prova del diguno è più importante il significato spirituale di quello
materiale per il fatto che l'uomo obbedisce a un ordine divino. Egli
impara a tenere sotto controllo i suoi desideri fisici e supera la sua
natura umana.
In considerazione del
fatto che i mesi lunari sono alternativamente di 29 e 30 giorni, l’anno
lunare in tutto è di 354 giorni e indietro di undici giorni rispetto a
quello solare. La legge stabilisce che per dichiarare iniziato il mese
del Ramadan non basta il solo calcolo, ma dovrebbero esserci testimoni
oculari e affidabili che dichiarino avanti a un qàdi di aver visto la
luna.
Il digiuno, come la salàt, non è valido se non è preceduto dalla niyyahniyyah,
si incomincia a digiunare quando incomincia ad albeggiare (aurora). Il
tramonto del sole pone fine al digiuno e l’astinenza viene interrotta
mangiando dei datteri o bevendo dell’acqua, come vuole la Sunnah del
Profeta. L’interruzione iftar, per tradizione viene preceduta
da una breve preghiera. Dopo la preghiera rituale della sera si usa
fare una speciale preghiera notturna piuttosto lunga detta Tarawih: Secondo la Sunnah del profeta, questa preghiera va da un minimo di 8 rak'at ad un massimo di 20.
Il Ramadan è un mese di carità, durante il quale il credente deve
dividere i suoi beni con coloro che ne hanno bisogno. (intenzione). Dopo la pronuncia della
La
rottura involontaria del digiuno non comporta nessuna sanzione, purché
si riprenda subito dopo aver preso coscienza di tale rottura. In caso
di interruzione consapevole, bisogna rimediare con l’offerta di un
pasto a un certo numero di musulmani bisognosi, oppure dare
l’equivalente in denaro; diversamente bisogna digiunare per sessanta
giorni.
Con il sorgere della luna nuova del mese di Shawwal ha termine il mese di Ramadan e con esso finisce l'astinenza ed inizia 'Id al-Fitr, la festa della rottura.
Il mese di Ramadan è il nono del calendario islamico, reso doppiamente sacro dall’Islàm per il fatto che è:
"Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza" (Sura II, v. 185).
Il
digiuno, durante il sacro mese di Ramadan, è atto basilare di culto,
obbligatorio per tutti i musulmani tranne che per alcune categorie di
persone.
Per legge sono esenti dal digiuno i minorenni, i vecchi, i
malati di mente, i malati cronici, i viaggiatori, le donne in stato di
gravidanza o che allattano, le persone in età avanzata, nel caso che il
digiuno possa comportare un rischio per loro. E proibito alle donne
musulmane mestruale e in puerperio.
La legge ammette e raccomanda anche il digiuno volontario, in determinati giorni dell’anno.
Il Corano stabilisce l'obbligo del digiuno:
"
O voi che credete! Vi è prescritto il digiuno, come fu prescritto a
coloro che furono prima di voi, nella speranza che voi possiate
divenire timorati di Dio." (sura II, v.183)
«Credenti!
vi è stato prescritto il digiuno come è stato prescritto a coloro che
son venuti prima di voi e può esser che siate timorati per giorni
contati- e chi di voi sia malato, o sia in viaggio, lo faccia per un
numero corrispondente di altri giorni e per coloro che potevano farlo
c’è un riscatto: il nutrimento di un povero; e chi fa di sua scelta di
meglio, ciò è meglio per lui: che digiuniate è meglio per voi se
sapeste! E' il mese di Ramadan nel quale fu fatto scendere il
Corano a guida per gli uomini e chiare evidenze della Guida e
discriminante definitiva; chi di voi attesti direttamente il mese vi
digiuni e per chi sia malato od in viaggio, vi sia un numero
corrispondente di altri giorni Iddio vuole per voi quel che vi è facile
non vuole per voi quel che vi è duro, e ne completiate il numero e
magnifichiate Iddio per avervi dato la Guida, e può darsi siate
riconoscenti»".
Si tratta di un mese di purificazione, ricco di grazie, e durante il quale, in una delle sue ultime notti dispari, detta Lailatu l-Qadr (notte del destino), le porte del cielo sono più dischiuse.
L’Inviato di Dio disse:
«Quando arriva il Ramadan vengono aperte le porte del Paradiso, e chiuse quelle del Fuoco, e i demoni vengono legati».
L’Inviato di Dio disse:
«Iddio
Potente e Glorioso ha detto: “Ogni azione del figlio di Adamo gli
appartiene, eccetto il digiuno, che appartiene a Me, ed Io ne dò
ricompensa; il digiuno è un’armatura, e quando sia giorno di digiuno
per uno di voi, non nutra propositi osceni né vociferi, e se qualcuno
lo ingiuria o lo combatte, dica: 'Sto digiunando'; e per Colui nella
Cui Mano è l’anima di Muhammad, l’alito cattivo che promana dalla bocca
di colui che sta digiunando è migliore davanti a Dio del profumo del
muschio. Chi digiuna ha due motivi di cui rallegrarsi: si rallegra
quando lo rompe, e si rallegrerà del digiuno fatto quando incontrerà il
suo Signore».
L’Inviato di Dio disse:
«Non
vi è servo che digiuni un giorno sulla via di Dio, senza che per quel
giorno Iddio gli tenga lontano il volto dal Fuoco per settanta annate».
Il
digiuno dura dalle prime luci dell'alba fino al tramonto; in genere va
fatto precedere da un pasto leggero poco prima dell'aurora, detto suhur,
per poter affrontare la giornata. Consiste non soltanto nell'astensione
da ogni cibo e bevanda, ma anche da qualsiasi contatto sessuale e da
ogni altro cattivo pensiero o azione, durante l'intera giornata fino al
tramonto. Non bisogna litigare, né mentire né calunniare.
Nella
prova del diguno è più importante il significato spirituale di quello
materiale per il fatto che l'uomo obbedisce a un ordine divino. Egli
impara a tenere sotto controllo i suoi desideri fisici e supera la sua
natura umana.
In considerazione del
fatto che i mesi lunari sono alternativamente di 29 e 30 giorni, l’anno
lunare in tutto è di 354 giorni e indietro di undici giorni rispetto a
quello solare. La legge stabilisce che per dichiarare iniziato il mese
del Ramadan non basta il solo calcolo, ma dovrebbero esserci testimoni
oculari e affidabili che dichiarino avanti a un qàdi di aver visto la
luna.
Il digiuno, come la salàt, non è valido se non è preceduto dalla niyyahniyyah,
si incomincia a digiunare quando incomincia ad albeggiare (aurora). Il
tramonto del sole pone fine al digiuno e l’astinenza viene interrotta
mangiando dei datteri o bevendo dell’acqua, come vuole la Sunnah del
Profeta. L’interruzione iftar, per tradizione viene preceduta
da una breve preghiera. Dopo la preghiera rituale della sera si usa
fare una speciale preghiera notturna piuttosto lunga detta Tarawih: Secondo la Sunnah del profeta, questa preghiera va da un minimo di 8 rak'at ad un massimo di 20.
Il Ramadan è un mese di carità, durante il quale il credente deve
dividere i suoi beni con coloro che ne hanno bisogno. (intenzione). Dopo la pronuncia della
La
rottura involontaria del digiuno non comporta nessuna sanzione, purché
si riprenda subito dopo aver preso coscienza di tale rottura. In caso
di interruzione consapevole, bisogna rimediare con l’offerta di un
pasto a un certo numero di musulmani bisognosi, oppure dare
l’equivalente in denaro; diversamente bisogna digiunare per sessanta
giorni.
Con il sorgere della luna nuova del mese di Shawwal ha termine il mese di Ramadan e con esso finisce l'astinenza ed inizia 'Id al-Fitr, la festa della rottura.