RICORDA LORO I GIORNI DI ALLAH
La storia è una, i giorni di Allah si ripetono e i suoi fatti si replicano con il cambio degli eroi e delle epoche. La storia di Mosè è la storia di Muhammad (pace e le benedizioni su di lui), è la storia di Gesù, è la storia di Abramo, è la storia dei loro seguaci, dai portatori del simbolo del monoteismo fino al giorno del giudizio. È la storia della luce che affronta l'oscurità, dei fatti dei giorni tra il popolo della luce e i servi delle tenebre. Alla fine, se i fatti si prolungano, allora i guardiani della fede sono sempre vincitori, e che meravigliosa vittoria è se questa si concretizza anche nel Giorno della Resurrezione. Dice Allah: “Già mandammo Mosè con i Nostri segni: «Fa’ uscire la tua gente dalle tenebre alla luce e ricorda loro i giorni di Allah». Ecco dei segni per ogni [uomo] paziente e grato.” (Ibrahim, 5). Questo nobile testo del Corano è situato all'inizio di Surat "Ibrahim", che è una sura meccana, ed è stato chiamato con questo nome a causa dei dettagli in esso dell’invocazione del servo di Allah, ovvero il messaggero Ibrahim - pace su di lui - al sacro paese, a sé stesso, ai suoi discendenti, all’invocazione del suo Signore, e al ringraziamento per la Sua grande benedizione. L'asse principale di Surat "Ibrahim" ruota intorno alla questione della fede, come in tutte le sure meccane. Tra gli aspetti dei miracoli legislativi del Corano troviamo: “Già mandammo Mosè con i Nostri segni: «Fa’ uscire la tua gente dalle tenebre alla luce e ricorda loro i giorni di Allah». Ecco dei segni per ogni [uomo] paziente e grato.” (Ibrahim, 5). Questo versetto è stato rivelato dopo un discorso diretto al profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) all’inizio della sura, dove Allah dice: “Alif, Lâm, Rà. Abbiamo fatto scendere su di te un Libro affinché, con il permesso del loro Signore, tu tragga le genti dalle tenebre alla luce, sulla via dell’Eccelso, del Degno di lode” (Ibrahim, 1). In questi due nobili versi c'è un'affermazione dell'unità del messaggio del cielo e della fratellanza tra i profeti, basata sull'unità del Creatore - l'Onnipotente - e della fratellanza tra tutte le persone il cui Signore li ha creati da un padre e una madre, Adamo ed Eva (pace su di loro entrambi). Nel primo versetto di questa nobile sura, Allah dirige il discorso al Sigillo dei Profeti e dei messaggeri (pace e benedizione su di lui) con il comando divino: “affinché tu tragga le genti”. Nel quinto verso invece, Allah dirige il discorso a Mosè (la pace sia su di lui) con il comando “Fa’ uscire la tua gente”. Questa è la dimostrazione dell'universalità del messaggio finale di Muhammad. Cosa si intende per i giorni di Allah? I giorni di Allah sono: i giorni degni di essere attribuiti ad Allah, non si dice per esempio: questo è il giorno di tal dei tali a meno che in quel giorno quest’ultimo non abbia raggiunto un grande obiettivo, o ottenuto una grande ricompensa, o qualcosa di meraviglioso è stato realizzato per lui. Allo stesso modo, quando si dice: il giorno di Allah, si intende che è il giorno in cui Egli ha rivelato benedizioni dominanti e brillanti, o in cui ha inviato una vendetta contro i criminali dei suoi servi, questi sono i giorni di Allah, quindi possiamo dire: Uno dei giorni di Allah è: il giorno in cui Egli ha distrutto il popolo di Noè con il diluvio, il giorno in cui Egli ha distrutto il popolo di A’d con un forte vento ruggente e furioso, il giorno in cui Egli ha distrutto il popolo di Thamud con un Grido tremendo, e il giorno in cui Egli ha distrutto Faraone e il suo esercito quando vennero annegati nel mezzo del mare diviso. Tutti questi sono i giorni di Allah, poiché o sono giorni per far scendere le grazie o per l'inflizione di punizioni o vendette, è come se Allah dicesse a Mosè: ricorda al tuo popolo i giorni di Allah e i giorni delle grazie su di loro, e nel versetto seguente Egli cita una delle grazie: “quando vi salvò dalla gente di Faraone” (Ibrahim, 6). È come se dicesse: ricorda al tuo popolo i giorni della vendetta di Allah sui loro nemici, come ha fatto Allah a vendicarsi del Faraone che li ha umiliati e ridotti in schiavitù? Dice Allah: “Davvero Faraone era altero sulla terra; divise in fazioni i suoi abitanti per approfittare della debolezza di una parte: sgozzava i loro figli maschi e lasciava vivere le femmine. In verità era uno dei corruttori.” (Al Qasas, 4). Questa è la prima parte, quella delle vendette di Allah, ce n’è una seconda, ovvero quella delle grazie, dice Allah: “Invece Noi volevamo colmare di favore quelli che erano stati oppressi, farne delle guide e degli eredi. [Volevamo] consolidarli sulla terra e, loro tramite, far vedere a Faraone e Hâmân e alle loro armate quello che paventavano” (Al Qasas, 5-6). Questi sono i giorni di Allah, come disse un credente del popolo di Faraone: “E colui che credeva disse: «O popol mio, pavento per voi un giorno come quello delle fazioni, come quello del popolo di Noè, degli ‘Âd e dei Thamûd, o di quelli [che vissero] dopo di loro: Allah non accetta che i Suoi servi [subiscano] ingiustizia. O popol mio, pavento per voi il Giorno del Reciproco Appello, il Giorno in cui, sbandandovi, volterete le spalle e non avrete alcun difensore contro Allah. Nessuno potrà guidare colui che Allah smarrisce.” (Ghafir, 30-33). I giorni di Allah sono un'interpretazione delle Sue consuetudini, le quali non sono significati astratti o puri presupposti, ma piuttosto un giudizio e un'applicazione, uno studio e una spiegazione, un sermone e una lezione, ma qui c’è anche un significato più grande che ha bisogno di contemplazione e meditazione, vale a dire che i giorni di Allah che spiegano queste consuetudini non sono solo passati, piuttosto, sono anche presenti e futuri, proprio come è successo per quanto riguarda le consuetudini, i giorni e i fatti del passato che sono assenti da noi, essi hanno effetto sul presente che ci circonda e sul lontano futuro. Tutto ciò conferma il grande vantaggio e la massima importanza di guardare a quelle consuetudini e tenere conto dei fatti che le circondano. Le consuetudini sono la legge di Allah, che non può essere trasgredita, e nessuno può disobbedirle, quindi se il disobbediente può violare la legge di Allah, allora nessuno della creazione può allontanarsi dal suo giudizio predestinato, e i giorni di Allah con le loro prove o doni esistono appositamente per dimostrare ciò. Abbiamo bisogno, in tempi di calamità come la diffusione di questa epidemia, di ricordare a noi stessi e alle persone i giorni di Allah, e di illuminarci e illuminare le persone sulle consuetudini universali e predestinate di Allah, guidandole alle sue consuetudini religiose, poiché gli eventi importanti possono portare a perdizione e distrazione, e alla deviazione di alcuni popoli. Gli unici che possono resistere sono coloro che Allah pone sulla retta via, dice Allah: “Allah rafforza coloro che credono con la parola ferma, in questa vita come nell’altra e, allo stesso tempo, svia gli ingiusti. Allah fa ciò che vuole” (Ibrahim, 27). Il versetto che abbiamo usato come titolo di questo discorso si conclude con: “Ecco dei segni per ogni [uomo] paziente e grato”. Non si tratta delle solite virtù della pazienza e della gratitudine tra le persone, ma piuttosto della pazienza il cui proprietario sente che appartiene ad Allah ciò che ha donato e ciò che di cui è stato privato, e che il costo dell’obbedienza è quello di sopportare senza annoiarsi o lamentarsi. Se una persona è privata di ciò che ama, o gli si affida ciò che odia, egli guarda il suo Signore con resa e riceve il suo giudizio senza indignazione. Allo stesso modo, se la grazia bussa alla porta del servo di Allah, il suo cuore non sarà deviato, ne verrà posseduto dall’arroganza, in quanto non penserà di meritarla a prescindere. Bensì, mettere alla prova le persone con le grazie è più difficile che metterle alla prova con l’afflizione, coloro che falliscono un test in condizioni di benessere, sono molto più numerosi di coloro che falliscono in condizioni di malessere. Dice Allah: “Se facciamo gustare all’uomo la Nostra misericordia e poi gliela neghiamo, ecco che ingratamente si dispera. Se gli facciamo gustare una grazia dopo la sventura, dirà certamente: «I mali si sono allontanati da me» e diverrà esultante e borioso; [tutti si comportano così] eccetto coloro che perseverano e compiono il bene. Essi avranno perdono e mercede grande.” (Hud, 9-11). Si nota che la parola "perseverano" nell'ultimo verso è stata collocata al posto della parola "credere", poiché nell’eloquenza divina era escluso che la fede si dissociasse dalle buone opere, qui cambia solo l’espressione, in quanto la parola “perseverare” citata in questo versetto è l'effetto della fede e della sua estensione. Si nota inoltre che Satana, quando dichiarò la sua ribellione contro Allah, annunciò che avrebbe distratto le persone dal ringraziare Allah, poiché avrebbero mangiato la sua bontà, ma adorato altri all’infuori di Egli! Dice Allah: “E Iblìs si convinse di aver visto il giusto a loro proposito. Lo seguirono dunque, eccetto un gruppo di credenti. Non aveva su di loro alcun potere, eccetto per il fatto che volevamo distinguere chi credeva nell’altra vita e chi ne dubitava. Il tuo Signore è Colui Che preserva ogni cosa.” (Sabà’, 20-21).
La Lode appartiene ad Allah.