Varese, niente preghiera per i musulmani. Il sindaco leghista: preghino a casa da soli |
Il diktat del prima
cittadino di Sesto Calende: "Rispettiamo il mandato elettorale dei
nostri cittadini". L'opposizione polemizza in consiglio comunale:
"Nagati i più elementari diritti di cittadinanza"
Nessuna preghiera collettiva per i musulmani di Sesto Calende. Il
diktat è del sindaco leghista del comune nel Varesotto, Marco Colombo,
che dice testualmente al giornale online varesenews.it: "Gli islamici
non potranno riunirsi fino a quando ci sarò io". Il primo cittadino
replica così al suo predecessore Roberto Caielli, oggi consigliere
provinciale del Pd, che aveva denunciato il divieto di concedere una
struttura in città, lo Sporting Lisanza, per il rito del venerdì.
Appello da inviare a sindaco, vicesindaco e assessore servizi sociali |
Caielli condivide il documento di condanna della lista di
opposizione in consiglio comunale “Insieme per Sesto”, in cui si parla
di "atto illegale e discriminatorio nei confronti della comunità
islamica", e attacca la giunta del sindaco Colombo definendola
illiberale e ai limiti della legge: «Impedire a delle persone, di
qualunque idea o fede religiosa, di riunirsi in luogo pubblico per
pregare e condividere la propria fede è contro i più elementari diritti
di cittadinanza. Su quanto accaduto allo Sporting Lisanza condivido in
pieno le posizioni espresse dall’opposizione. Il modo della proibizione a
riunirsi, tutt’altro che trasparente, dimostra che si siamo ai limiti
della legge e di certo in contraddizione con i principi di chi si dice
liberale a parole».
La replica di Colombo è arrivata a stretto
giro di posta. «Prima di dire che lo Sporting non è idoneo alla
preghiera, essendo una associazione sportiva, voglio anche confermare
che il mandato elettorale affidatoci dai cittadini è chiaro: a Sesto
Calende, finché ci saremo noi, i musulmani non potranno pregare in
comunità e questo è il primo impegno che ci siamo presi. Questo non
significa che gli islamici non possano pregare ognuno a casa propria:
rispettiamo la loro religione e per il resto continueremo a dare loro i
servizi a cui hanno diritto come tutti gli altri». E ancora: «Lo stesso
ex sindaco Caielli, quando era in carica, non permise la preghiera agli
islamici. Quindi non accettiamo lezioni di tolleranza da lui».
Appello da inviare a sindaco, vicesindaco e assessore servizi sociali |