Il quinto versetto della sura è considerato da molti commentatori come centrale, esso rimanda alla prima parte in cui compaiono i nomi più importanti di Allah e introduce la seconda costituita dalle suppliche dell’essere umano. E’ dunque il versetto che riassume una e l’altra.Ora possiamo dire Te (iyyâ-ka) con consapevolezza, perchè Dio ci ha illuminato sul Suo Essere, ora sappiamo che Egli è il Misericordioso e il Re giusto, Signore di tutti i mondi. In Lui si trova la Signoria assoluta, ogni potere, grazia e misericordia.Lui adoriamo ( na’budu) ad esclusione di ogni altro. La parola adorare nell’italiano moderno ha perso di spessore e viene usata per il cibo, la musica, o gli esseri umani, banalizzazione che ben dice l’assenza della dimensione del sacro. In arabo la radice di essa è legata all’idea di umiltà, docilità, ad esempio un cammello si dice mu’abbad quando viene reso docile e sottomesso. E’ il termine che dice il rapporto con Allah, amore totale, ma anche timore, coscienza della differenza assoluta tra noi e Lui.Questa espressione di adorazione precede la richiesta di aiuto… Adorare è riconoscere la bellezza ineffabile del suo Essere, gli abissi della Sua misericordia e la Sua infinita potenza e giustizia. Adorare è rifugiarsi per un momento là, dimenticando noi stessi… Adorazione che va sempre rinnovata, poiché mai perfetta in questo mondo, come indica l’uso dell’imperfetto in arabo.Ritorna poi l’espressione Te ( iyyâ-ka nasta’în)perché la preghiera è un dialogo e non un monologo qualunque. Da notare anche la persona dei verbi usati è noi (na) e non io , che indica la dimensione comunitaria e cosmica dell’adorazione, la mia adorazione è adorazione anche per gli altri e in essa conta il come del mio essere con gli altri. Il noi, infatti, ci ricorda i profondi legami tra fede e amore verso l’altro e l’obbligo per compierla di essere compassionevoli e giusti. Non c’è vera adorazione da parte di colui che spezza i legami con i fratelli e le sorelle o male agisce verso di loro.. E’ detto in un hadith profetico “La mano di Allah è con l’insieme concorde (al-jamâ‘a)”Poi… poi chiediamo aiuto (nasta’în) e in queste parole c’è il riconoscimento di quello che siamo, esseri limitati e bisognosi, come dice la sura al-Balad: “Laqad Khalaqnā Al-’Insāna Fī Kabad” e atto di fiducia nella grandezza della Sua misericordia. Non cè vergogna nel chiedere aiuto a Lui, come invece ci può essere verso gli esseri umani, perchè Egli è il Generoso e datore di ogni bene… Colui che secondo un hadith qudsyy ha detto : “ Io sono come pensa il mio servo di Me, e sono con lui quando Mi ricorda. Se Mi ricorda nella sua anima, lo ricordo nella Mia Anima; E se Mi ricorda in pubblico, lo ricordo davanti ad un pubblico migliore, e se si avvicina a Me una spanna, Mi avvicino a lui di un abbraccio; E se si avvicina a Me di un braccio, allora Mi avvicino a lui un Baa’ [quanto possa essere lontano la mano dal proprio corpo], e se viene a Me camminando, io verrò a lui correndo ”.
Quinto versetto: Te adoriamo e a Te chiediamo aiuto
Filipe- che Allah lo protegga
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- مساهمة رقم 1